Cartolina di Jessica Raimondi/

IMG_1410

Riva del Garda si apriva davanti ai miei occhi come un paesino piccolo e accogliente. In un weekend invernale, con il sole a far brillare il color pastello dei palazzi riflessi sul lago, i turisti non erano troppo presenti, c’era calma e silenzio, la stessa calma e silenzio che forse lì si fatica a trovare durante l’estate, quando le spiagge si riempono di lettini e di persone a caccia di un’impeccabile abbronzatura. Mi sapeva di paese lasciato lì, nuovo ma abbandonato, ed è forse normale ritrovare quell’atmosfera di solitudine e abbandono sulla riva di un lago in pieno inverno, quando ci siete solo tu, e il rumore dei gabbiani. I sentieri che partivano da lì si diramavano alla sua destra e alla sua sinistra, come due opposti, ed entrambi ti regalavano una visuale diversa: da un lato, nel sentiero intagliato in mezzo alla roccia che tempi addietro fungeva da strada per spostamenti che ampliavano le distanze, potevi vedere il lago, nella sua veste poetica, illuminato da quella tipica luce che c’è al tramonto, e contornato dalle montagne; dall’altro lato invece, mentre percorrevi le scalinate a strapiombo sul vuoto, c’era la roccia, la bella e nuda roccia, levigata dalle acque, con la sua povertà, con il suo essere priva di vita.
Mi sentivo, con tutta quella grandezza davanti agli occhi, come se fossi una piccola spettatrice che però non riesce a farne parte. Ripensavo, mentre percorrevo a piedi quelle strade, mentre i chilometri affaticavano le mie gambe e le altezze distruggevano il mio fiato fino a quasi azzerarlo, a una canzone de Lo Stato Sociale, al titolo di una canzone ”Seggiovia sull’Oceano”. Ci ripensavo un po’ perchè ci deve essere sempre una canzone, per ogni viaggio, per ogni nuova scoperta, un po’ perchè mi sentivo così, su una seggiovia su quel lago, sospesa, minuscola.
Sarei rimasta lassù, quella mattina d’inverno. Sarei rimasta lassù a camminare nei sentieri, a confondermi con la natura e il silenzio, a ristabilire il mio equilibrio interiore. Che poi, alla fine, è una considerazione banale, perchè rimarrei sempre nei luoghi dai quali devo partire.

Testo e foto di Jessica Raimondi

IMG_1543 IMG_1719