Testo e foto di Giuseppe Russo

Ogni anno per 4 giorni consecutivi, dal 13 al 16 maggio, si festeggia il Kalash Chilam Joshi Festival, uno tra gli eventi più noti e amati nella comunità dei kalash, in cui essi pregano per la salvaguardia dei campi e degli animali prima di andare al lavoro, offrendo a tale scopo il loro latte alle persone care. Con essa si festeggia l’arrivo dell’estate e si celebra l’abbondanza dei prodotti lattiero-caseari durante la stagione. La festa rappresenta un’ottima occasione per le persone lontane di tornare a far visita alle comunità d’origine.
La gente kalash ama la musica e le danze al ritmo dei tamburi. Essa crede che il dio pastorale Sorizan protegga le greggi durante l’autunno e l’inverno, e organizza un festival invernale per ringraziarlo. Un’altra divinità, Goshidai, protegge le greggi durante le stagioni estive e primaverili e pertanto viene onorato in occasione del Chilam Joshi.
Gli esponenti di questa antica comunità – che si ritengono discendenti di Alessandro Magno – il primo giorno della festa si recano nella Rumbur Valley e cominciano a spostarsi visitando i vari villaggi a seconda degli eventi che vengono proposti localmente, senza uno schema predefinito, tra risate, musica, percussioni dei tamburi, balli e canti. Il primo giorno si decorano tutte le case con addobbi floreali; l’indomani si condividono vino e latte con amici e parenti, e si partecipa al rituale del gulparik, ossia il battesimo dei neonati con il latte, mentre tutt’attorno gli abitanti dei villaggi ballano al ritmo del tamburo e le donne cospargono il latte sulla raffigurazione della dea Jestak, protettrice dei figli e della casa.
A Rumbur – dove ha inizio l’evento che poi si sposterà con una catena umana nei villaggi limitrofi – lo sciamano e i capi tribali salgono in processione all’altare di Malosh, su un’altura sopra Grum, per sacrificare le capre agli dèi. Quindi la festa si trasferisce a Bumburet in uno spiazzo chiamato Charsu, mentre i partecipanti portano in mano ramoscelli freschi di albicocca, e si formano le coppie per il ballo al ritmo frenetico dei tamburi. Le donne vestono i loro tradizionali abiti neri, stretti in vita da una fascia colorata, con le collane e i copricapo decorati. Le danze cominciano con la formazione di un cerchio da parte femminile, poi tocca agli uomini unirsi alla catena: tra l’ilarità del pubblico, uomini e donne si prendono a braccetto o si staccano litigando alla ricerca del posto giusto, vicino al compagno o alla compagna desiderata, spesso facendo smorfie di disappunto per la vicinanza di un partner non voluto. Le baruffe scherzose continuano anche quando il ballo è iniziato, la catena si è chiusa e il cerchio gira in tondo ondeggiando al ritmo del canto. Intorno, i capi tribali in abiti coloratissimi narrano storie del passato, molto apprezzate dalla comunità.
Il festival non è solo un’evento per salutare la stagione primaverile, ma è importante anche dal punto di vista religioso ed è ricco di rituali, tra cui la celebrazione di matrimoni.
Il Chilam Joshi è di solito preceduto dallo Spring Festival, che si tiene a Chitral il giorno prima, anch’esso organizzato in modo spontaneo appena pochi giorni prima dell’inizio. Nelle passate edizioni sono stati proposti svariati giochi e gare popolari e apprezzate, come la lotta tradizionale, il lancio delle pietre, il tiro con l’arco, la danza delle spade, il polo freestyle o a dorso d’asino, con gran divertimento di locali e turisti. Il clou è sempre la partita di polo tra le squadre di Chitral e la rivale Gilgit. Di recente si è tenuta una riedizione del buzkashi (letteralmente “acchiappa la capra”), sport nazionale nel vicino Afghanistan: noto anche come kokpar o kupkari, è una disiciplina tipica dell’Asia centrale, in cui due squadre opposte di cavalieri hanno come obiettivo (analogamente ai giocatori di polo che giocano con una palla) un carcassa di capra (boz) o di vitello senza testa: l’“oggetto” va afferrato e portato nella zona punti, al centro di un cerchio all’interno del campo quadrato di gioco.

—————————————————————————————————————————————————–

Giuseppe Russo è un viaggiatore, fotografo, blogger e reporter con oltre 20 anni di esperienze e collaborazioni di viaggio per il mondo come tour leader. I suoi reportage sono pubblicati anche sul suo Blog  ZOOM,ANDATA&RITORNO DI GIUSEPPE RUSSO.

http://www.giusepperussophoto.it/   info@giusepperussophoto.com

Questo viaggio è proposto dall’operatore VIAGGI TRIBALI