Testo di Francesca Rachel Valle

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Il Ghetto ebraico sorse per volontà di Cosimo I de’ Medici, nel 1571 emanò i provvedimenti che relegavano la Comunità Ebraica del tempo entro i perimetri della zona allora detta “Frascato”. Il Ghetto fu riorganizzato su progetto di Bernardo Buontalenti.

Gli accessi erano costituiti da soli tre ingressi, muniti di doppie cancellate di ferro da chiudersi al tramonto. L’isolato, posto a nord di Mercato Vecchio e configurato come una piccola città murata, era delimitato dalla piazza del Mercato Vecchio, via dell’Arcivescovado (l’attuale via Roma), via dei Naccaioli (oggi Via Brunelleschi) e via della Vacca (l’odierna via dei Pecori); al suo interno si trovavano due sinagoghe, varie scuole, negozi, in un insieme autosufficiente in cui la popolazione ebraica viveva divisa dal resto della città.

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Il granduca Pietro Leopoldo vendette agli ebrei le proprietà delle Sinagoghe del ghetto ma, a partire dal 1848 quando la residenza coatta venne abolita e le famiglie ebree di migliore condizione poterono spostarsi altrove, l’area divenne in poco tempo una zona di rifugio per la classe più povera della popolazione trasformandosi in un luogo malfamato.

Un nuovo ed elegante quartiere ebraico sorgeva, contemporaneamente al rinnovamento di Firenze capitale, nell’area detta della Mattonaia nelle vicinanze di via dei Pilastri e si articolerà attorno alla maestosa sinagoga in stile Neo-Moresco.

Il Cavalier Davìd Levi, presidente dell’allora Comunità Ebraica, lasciò alla sua morte una eredità di 1 milione di lire per la costruzione di “Un Tempio Monumentale degno di Firenze”. Il Consiglio dell’Università Israelitica affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Marco Treves, Vincenzo Micheli e Mariano Falcini e all’ingegnere Eugenio Cioni. Il progetto fu approvato, nonostante alcune perplessità, dall’Accademia del Disegno e dal Comune di Firenze, non si era mai visto in città un luogo così maestoso in uno stile molto differente dal contesto urbanistico. Il 24 ottobre 1882, dopo solo otto anni, la nuova Sinagoga di Firenze fu inaugurata alla presenza della Comunità ebraica e tutte le autorità di Firenze.

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I migliori artigiani e artisti collaborarono alla decorazione del nuovo Tempio Monumentale Israelitico: Giovanni Panti eseguì le decorazioni interne con pitture a secco, lumeggiature rispettando la tradizione aniconica ebraica. L’illustre ebanista e scultore Romanelli realizzò tutti gli apparati lignei della Sinagoga, oggi ancora presenti. Da Bergamo giunse un organo dalla fabbrica Locatelli, fu collocato a destra dell’Aron Ha-Kodesh. Fu una concertazione di talenti che rese magnifica la prima Sinagoga edificata per la Comunità Ebraica Fiorentina.

Oggi il Tempio Maggiore Israelitico è la principale sinagoga presente in città di Firenze, è il simbolo di libertà della Comunità ebraica, riconoscibile dalla sua cupola di rame, che spicca fra i più importanti monumenti cittadini..

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