Foto e testo di Marco Turini

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La piattaforma utilizzata per ripulire il l fondale sul luogo del disastro

Tre anni dopo il disastro ambientale e umano della Concordia l’isola del Giglio rimane un luogo splendido. Apparentemente, neanche le ottantamila tonnellate di detriti lasciati dalle operazioni di recupero della nave sembrano aver intaccato la bellezza del luogo. Ma l’ombra della Concordia ancora incombe sull’Isola. Ha le sembianze di un enorme piattaforma sul mare abitata da decine di professionisti esperti nel recupero di fondali marini. Per risollevare e rimuovere la nave dal punto di affondamento ci sono volute tecniche all’avanguardia ed enormi capitali. La ditta incaricata da Costa, il consorzio italo americano Titan Micoperi sta tutt’ora rimuovendo dal fondale enormi quantità di detriti come ferro, cemento ed altri e materiali in un’area di trentamila metri quadri; già diecimila tonnellate di sacchi di cemento e malta sono stati portati a smaltire al vicino porto di Piombino e presto altrettanti saranno asportati. E’ inoltre cominciata la fase di rimozione delle sei piattaforme posizionate come falso fondale e su cui era stata adagiata la pancia della Concordia dopo la rotazione.

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La piattaforma vista da Giglio Porto

Insomma, a tre anni di distanza ancora un gran da fare. La gru della piattaforma si muove avanti e indietro senza sosta (anche di notte) per completare  i lavori entro la fine dell’estate. Se sull’isola vedete dei figuri in tuta che parlano con accento americano, australiano, albanese o italiano muniti di grosse radio potreste aver incontrato qualche membro dell’equipaggio della piattaforma. Una piccola città sull’acqua munita di bagni, cabine, mensa e persino aree ricreative. Ma l’equipaggio va e viene sull’isola, alcuni di loro pernottano, mangiano e paradossalmente contribuiscono all’economia dell’isola. Un turismo nel turismo.

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Chiedo con un po’ di imbarazzo ad uno degli isolani che lavorano nell’ambito turistico se ed in che misura il disastro della Concordia abbia influito sui flussi turistici. Senza tante fronzoli Paolo (nome di fantasia) mi dice che da quando la Concordia è affondata gli affari girano bene, anzi meglio. Alcuni bar sul porto hanno aumentato le vendite del 700% durante le operazioni di recupero della nave. Alcuni turisti prendevano il traghetto dalla vicina costa, attraccavano al porto dell’isola per poi ripartire sul solito mezzo, solo per scattare una foto dell’enorme leviatano abbattuto. Questo è avvenuto tutti i giorni dell’anno, almeno fino al completo recupero.

Intanto la piattaforma ogni giorno produce tonnellate di materiale rimosso, la spazzina dei mari rimuoverà anche le ultime briciole fino a quando anche questa sarà smantellata. Rimarrà allora solo il ricordo di un terribile incidente, che tuttavia non potrà essere rimosso, neanche con tanta solerzia.

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