Testo e foto di Federica Giorgini

Il lago Songköl, nel Kyrgyzstan centrale, si trova a 3.060 metri di altezza, incastonato fra le montagne del Tien Shan. Qui durante l’estate, i pastori semi-nomadi (d’inverno vivono nei paesi vicini) portano le mandrie di mucche, cavalli e yacht a pascolare e abitano nelle tradizionali yurte e producono kymis (latte di cavallo fermentato), che si dice abbia proprietà curative e rinvigorenti.
Dopo una notte di tempesta, passata nella yurta di una famiglia che ospita turisti e che, per fortuna, aveva una rudimentale stufa alimentata da sterco secco, il mattino ti sorprende con un paesaggio mozzafiato: cielo d’un azzurro immacolato e montagne ricoperte di neve e un silenzio intenso rotto solo dal muggito di qualche mucca e dalle risate dei bambini.

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Valle di Altun Arashan, vicino alla città di Karakol, nel Kyrgyzstan nord-orientale. Dopo circa 6 ore di camminata tra boschi di pini seguendo il corso di un impetuoso fiume di montagna, la vallata si apre, e questa spianata è luogo di transumanza per mandrie di cavalli, mucche e pecore e anche stazione termale. Qui è possibile accamparsi con la tenda, oppure dormire in una yurta, o in un paio di spartane guesthouse, e cercare sollievo per i muscoli doloranti dopo l’ascesa, nelle calde e curative acque termali. In lontananza, le nevi perenni del picco Palatka, alto oltre i 5000 metri.

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Festival degli uccelli da preda, nel paese Bokonbaevo, sulla sponda sud-occidentale del Lago Issu-Kul. Organizzato dal CBT (Community Based Tourism) locale, il festival, è una dimostrazione per turisti delle tradizioni della vita nomade, in gran parte svalorizzate durante il periodo comunista, e di cui gli stessi protagonisti, sembrano aver riscoperto il valore solo di recente, grazie a un sentimento nazionalista agli albori e l’interesse di una presenza turistica in crescita. Nella foto, giovani cacciatori con le loro aquile e falchi, e i membri della due squadre di atleti, che si sfideranno in una serie di giochi tradizionali a cavallo.

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Le due squadre si sfidano a Kok-boru, gioco tradizionale a cavallo che consiste nel contendersi una carcassa di pecora a cui sono state tagliate testa e zampe, e portarla a una meta, in questo caso rappresentata da una pila di gomme di ruote di una macchina.