stones_ 1(1)

Al centro la figura di Mordechai Anielewicz, a capo dell‘Organizzazione Ebraica di Combattimento in quei terribili mesi del 1942, a Varsavia. Dei sette personaggi del Memoriale dell’insurrezione del Ghetto, che si trova nella cittadina polacca, è l’unico che guarda, con dolorosa determinazione, la piazza, in cerca degli occhi del passante. In mano ha una granata mentre il suo compagno sulla destra imbraccia un fucile. Alle spalle un muro quello che chiudeva il ghetto ma anche un richiamo evocativo di quello di Gerusalemme. Nathan Rapoport è stato incaricato pochi mesi dopo la fine del nazismo di lavorare a questo memoriale, uno dei primi ad essere realizzato, dedicato alle vittime dell’Olocausto. Una sua copia si trova anche in Israele, paese dove Rapoport migrò prima di trasferirsi definitivamente a New York, ospite al Museo Yad Vashem. Bronzo e pietre. Con le pietre si fanno i muri ma anche gli spettacoli teatrali come quello della Compagnia Orto-Da che dalla storia di questo memoriale hanno tratto il loro spettacolo “Avanim-Pietre”. Una storia dentro la storia: le pietre usate da Rapoport per l’opera erano quelle scelte dai nazisti, in Svezia, pochi anni prima, per un monumento che avrebbe dovuto glorificare il terzo Reich.

Ricoperti di argilla da capo a piedi i sei mimi/attori ripercorrono la storia del ghetto, delle battaglie, dei campi di lavoro e di sterminio, il sogno della nuova patria e le illusioni delle società di massa. In modo ironico, commovente, a volte un po’ “prolisso” Stones è uno spettacolo per pensare e riflettere. In questo weekend al Teatro di Rifredi di Firenze, dove gli Orto-Da erano già stati alcuni anni fa, dal 27 gennaio al 1° febbraio al Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli,6, Milano) in occasione del 70° della liberazione di Auschwitz e Giornata della Memoria.

warsawghettouprising