Testo e fotografie di Anna Daverio

1

Atene è una città caotica e densa di umanità .
Quando mi è stata offerta la possibilità di realizzare un reportage in questa città, sospesa tra tradizioni e modernità, morsa dalla crisi, non ho avuto dubbi: sarei andata alla ricerca di lavori artigianali per cercare di restituire attraverso l’immagine fotografica la dignità e la bellezza di questi lavori, che sembrano ormai essere scomparsi.
La ricerca non è stata facile. L’80% dei prodotti artigianali viene importato da altri luoghi, la disoccupazione si è mangiata tanti lavoratori e, ancora, quello che mancava era una comunicazione verbale a tutto tondo: spesso parlavo con le persone un po’ in inglese, un po’ in italiano e un po’ a gesti. Man mano che passava il tempo imparavo qualche parola di greco ma non era abbastanza e così mi sono ritrovata a dover sviluppare una sorta di comunicazione visiva. Ho dovuto cercare di capire le persone che mi trovavo di fronte attraverso i loro ambienti. Ecco che così gli ambienti diventano fondamentali, riflettendo le personalità di chi li occupa.

2
Il negozio di Despina è bianco, con un ordine quasi chirurgico in alcuni punti.
La metodicità di alcuni angoli, le foto della madre appese al muro, le icone religiose ammassate sopra una mensola, la vecchia macchina da cucire e le sue sigarette fatte a mano che suggeriscono la sua grande manualità.
Tutto quello che c’è intorno mi parla di lei e io devo interpretarlo.

 

3
Nikiforos lavora nella falegnameria di famiglia e, mentre al piano terra c’è luce e spazio in abbondanza, il suo laboratorio al primo piano è piccolo e buio. E polveroso. Ma la madreperla riflette quel poco di luce che entra e tutto sembra più luminoso. Mi suona qualcosa di Rebetiko e il rumore da basso della taglierina scompare. Le forme di Bouzuki sparse tutto intorno mi raccontano la sua voglia (e necessità) di fare. Mi parla di crisi come un buon avvento: potrà insegnare un nuovo modo di vivere a chi se lo puo’ permettere. Mi parla delle sue rinunce e dei suoi sacrifici e in quegli occhi azzurri scorgo un ottimismo obbligato. Ergalia tou mastora vuole far emergere delle cose nascoste, separare ciò che è scontato da ciò che non lo dovrebbe essere. Quando spiegavo ai lavoratori come e perché m’interessassero, loro sgranavano gli occhi come per dire “proprio io?” Si, proprio tu, perché quello che fai tu non sarà mai ripetibile, non lo farà mai nessun altro.
Atene 2014
Progetto MIP in collaborazione con Fondazione Cariplo e Centro Itard
Anna Daverio
http://cargocollective.com/annadaverio

 

4

5

9

6

7

8

Anna Daverio è nata nel 1989 a Pavia. Dopo il progetto Erasmus a Lisbona nel 2012 consegue a pieni voti un diploma di I° livello parificato alla NABA di Milano con una tesi dal titolo “Camera oscura: discussioni sul reale”.
Nel 2013, grazie al bando MIP, Move, Improve, Prove si trasferisce 6 mesi ad Atene per lavorare al suo primo reportage.