Testo e foto di Marco Turini.

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Chi hai vistato la mostra di Lucca Comics & Games (serve ancora spiegare cos’è?) non ho può non avere incontrato i migliaia di Cosplayers che ogni anno invadono le piazze e le vie della graziosa cittadina lucchese in occasione di questa manifestazione internazionale. Il termine Cosplay deriva una contrazione delle parole inglesi costume e play, che descrivono la pratica del “travestimento” (e talvolta interpretazione) del personaggio più amato. Che sia questo un alter ego proveniente dal mondo dei fumetti, dei cartoni animati o da un film preferito..non ci sono limiti di emulazione.

Nata in Giappone alla fine degli anni ’80 il cosplaying e’ una pratica ormai diffusa in tutto il mondo. Mentre mi recavo a Lucca in un affollatissimo treno ho incontrato tanti giovani che armati di zainetto e tanto entusiasmo sfilavano i loro costumi al’ultimo grido ispirati alla più recente serie TV o persino all’ultimo videogioco.

Incontro Alice che cuce con dovizia il suo vestito, orgogliosa di averlo realizzato completamente  “a mano”. “Menomale ho trovato un posto a sedere”, mi confida mentre osserviamo le porte del treno chiudersi a fatica, “così’ posso finire in pace il mio costume”. Alice si passa con cura il mascara sotto gli occhi. Il trucco ed il vestito fanno parte di un nuovo travestimento (ammetto di non aver colto il nome, nonostante me lo abbia ripetuto almeno tre volte). E’ il suo secondo “vestito” per questa edizione, ieri indossava un kimono tradizionale giapponese (con tanto di zoccoli di legno, i celebri geta).

Ma cosa spinge a tanti giovani (e non) ad indossare i panni dei propri beniamini, a dipingersi la faccia per ore, a passare notte insonni con aghi e filo per interpretare anche solo per un giorno i panni di un personaggio immaginario?

C’è un pizzico di magica follia in tutto questo.

Io li guardo ammirato. Ammetto di rimanere stupito esattamente ogni volta che mi reco a Lucca Comics & Games (ed ormai sono tanti anni). E’ buffo pensare che una volta vestiti, i personaggi si possono chiamare fra loro a seconda del proprio nome di “battaglia”. “Goku passami l’acqua” dice un tizio armato di tutto punto ad un capellone ossigenato, “Lady Oscar fatti fare una foto” si sente dire da un’altra parte. Ed i Goku e le Lady Oscar vi assicuro sono davvero tanti. E non ci sono solo loro. Ho visto Berserk, Arale, Alita, Capitan Harlock e persino Totoro. Di alcuni ne intuisco la vocazione di altri non oso immaginare quale possa essere “il mestiere” che svolgono nel mondo fantastico a cui appartengono. Vanno di moda i tipi “aggressivi” a giudicare dalle spade acuminate, dai centinaia di zombie e dalle pistole argentate che scintillino in mezzo alla folla. Anche se non mancano i personaggi più “buoni” delle serie più famose, ma sono una piccola minoranza.

Credo che la cosa migliore sia regalarvi alcune immagini di queste “facce da Comics”. A voi il compito di interpretare dietro i volti mascherati l’entusiasmo di essere protagonisti (almeno una volta) di un mondo fantastico, lontano “anni luce” da quello reale. L’ “evasione” è indolore e può portarvi molto lontano, basta crederci…anche solo per un giorno.

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