Testo e foto di Isabella Mancini
Un brusio di sottofondo. Costante.
La metopolitana corre sotto la pelle della città. Milioni di globuli di tutti i colori attraversano questo cuore pulsante da un angolo all’altro di un corpo pieno di sorprese.
Brusio di sottofondo. Costante.
Gli ingressi delle metropolitane sono tappezzati di biglietti con fotografie. Così come i lampioni, i semafori: smarrito, scomparso, da Hammersmith a Woodgreen.
Voci di tutte le lingue si accavallano in una babele di suoni. Al mercato di quartiere il Re del Sudan prepara Falafel, Willy arrostisce lamb kebab, Estephanos prepara lo wat con la njera, Asante sta facendo marinare il maiale nel jerk. Cala la notte e in migliaia di uomini e donne sono pronti per rompere il digiuno.
Brusio di sottofondo. L’elicottero sorveglia come un occhio di ciclope gli ultimi interventi per domare le fiamme.
Sono decine i livelli che sorrono vicini, paralleli, contemporanei e mille anni luce distanti l’uno dall’altro e a pochi centimetri di distanza.
Tutto corre e il senso della memoria sta nel ricordo, nel richiamare alle corde del nostro cuore ciò che è stato e ciò che potrebbe essere.