Testo e foto di Marco Turini

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Mauro, il guardiano dell’isola di Budelli

Ho incontrato Mauro durante una visita all’isola di Budelli, un piccolo paradiso naturale ed un vero “museo” a cielo aperto a Nord della Sardegna, nell’arcipelago di La Maddalena. L’isola e Mauro custodiscono un piccolo segreto, non proprio nascosto: una spiaggia … “rosa”. La sabbia di questa spiaggia, diversamente da altri litorali,  si è formata attraverso la decomposizione di migliaia di microscopici molluschi (Miniacina Minacea) i cui resti scheletrici sono stati trasportati dalle onde in un processo lungo diversi milioni di anni.

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La spiaggia dell’Isola di Budelli detta anche Cala del Roto

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La mitica “spiaggia rosa”

Meta di turisti per anni e anni la celebre spiaggia rosa è stata saccheggiata, calpestata e irrimediabilmente compromessa, almeno fino al prossimo millennio.  Adesso l’isola è diventata un parco naturale e Mauro la sorveglia da venti anni. La spiaggia è chiusa da un catena (per quanto si possa chiudere con una catena un accesso sul mare). Questa spiaggia non può essere calpestata neanche accidentalmente  perché si rischia di compromettere il delicato ecosistema del luogo. Anche solo il passaggio asporterebbe la sottilissima deposizione avvenuta in tempi geologici. Mauro vive davanti alla spiaggia in una vecchia cascina  arredata con materiale di risulta. Materiale occasionale che lui stesso reperisce sulla spiagge delle altre isole. La piccola casetta costituisce l’unica abitazione dell’isola e Mauro e le sue quattro gatte selvatiche ne sono gli unici abitanti “stanziali”. Mauro ci accoglie con un grande sorriso. Veste in maniera modesta, indossa un vecchio maglioncino di lana leggera. Mauro ci invita ad arrampicarci sull’unico monte del luogo (Monte Budello, 88 metri) e ad assistere al tramonto imminente. In effetti dalla sommità della collina si osserva un panorama bellissimo dai colori caldi e accesi. In lontananza veleggiano alcuni imbarcazioni regalando una stanca mobilità ad un paesaggio “da cartolina”.

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Tornando Mauro ci fa accomodare nel suo ampio porticato ed inizia a raccontarci la storia dell’isola e della sua spiaggia, degli studi fatti su di essa, sui pericoli di speculazione e sul fatto di rappresentare egli stesso l’ultimo “guardiano” ufficiale del luogo. Mauro è una persona estremamente colta, ha un ironia sottile ed una risata genuina. Inevitabile la domanda: “perché qui”? Ex atleta professionista di ginnastica. ex insegnante di educazione fisica. Ex cittadino della cosiddetta “società civile”. Perché Mauro da Modena è venuto ad abitare una remota isola della Sardegna?  Osservando il panorama circostante non c’è da stupirsi della sua scelta. Ma c’è qualcosa di più in questa “fuga”, un atto di resistenza se vogliamo. Mauro indica l’orizzonte infinito del mare e con tono amaro ammette di tornare con malavoglia al mondo che “conosciamo”. La sua vita è qui, fra le quattro mura di una casa senza acqua corrente ed il rumore del mare costante. Ogni tanto (sopratutto d’estate) Mauro offre ai turisti occasionali una lezione sull’isola. Nel porticato compare anche una piccola biblioteca: Elias Canetti e Giacomo Leopardi sono i primi volumi che mi saltano all’occhio. Più tardi Mauro ci leggerà davanti ad un bicchiere di vino un passo dei Canti di Leopardi. Vi è una sorta di “pessimismo cosmico” anche nelle sue considerazioni. Una serena rassegnazione alle difficoltà della vita che sono sfociate in un agnosticismo convinto. Non è che non crede in Dio, semplicemente “non si fida” e preferisce mantenere una posizione “neutrale”. Lo stesso atteggiamento che mostra verso le tante persone che lo vengono a trovare. Anche Bruno Vespa ed Ornella Vanoni sono passati di qua. Ma a tutti Mauro racconta la stessa storia. Quella di un ecosistema  in via di estinzione e di un uomo che ha compiuto una scelta coraggiosa. Quella di non dover sottostare “alle leggi di una società corrotta e del consumismo imperante”. In cambio ha ricevuto la “libertà” (se pur delimitata dai contorni di un’isola) e anche tanta solitudine. Ma è un prezzo che il guardiano non ha paura di pagare.

La casa di Mauro

La casa di Mauro

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Scultura

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Particolare

A cena, di fronte ad un piatto di spaghetti sotto una luce al neon (alimentata da alcuni pannelli solari), Mario ci racconta i suoi interessi per la scultura (principalmente in legno) ed il volontariato. Mauro sostiene a distanza una ONG in Asia con i contributi dei visitatori dell’isola e degli acquirenti dei suoi oggetti d’arte. Non trattiene nulla per se. A lui il denaro extra non serve perché qua ha tutto quello che gli serve. Mauro ha più di settanta anni. Fuma le sue sigarette trattenendo il filtro dalle esili dita nodose. Parla con grande lucidità e ascolta con interesse le nostre storie. Ci confrontiamo con lui e ci scambiamo alcuni dubbi “esistenziali”. D’altronde, di cosa si può pretendere di parlare con qualcuno che vive come un eremita?! Se dovessi paragonare quest’uomo a qualcuno lo accosterei a Tiziano Terzani. Ma è sempre un atto arbitrario e tipico dell’uomo il dover inquadrare ed etichettare tutto quello che incontriamo e vediamo. Determinare le nostre esperienze con canoni e categorie a noi più convenzionali. L’unicità  di ognuno di noi esattamente come la diversità che caratterizza la spiaggia di quest’isola è un valore che va preservato e difeso ad ogni costo. Questa era l’ultima lezione del nostro saggio guardiano.

Ci allontaniamo in mezzo all’oscurità e lasciamo Mauro sotto la debole luce del porticato che si affievolisce man mano che torniamo verso il mare aperto.

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La “lezione” di Mauro