testo e foto di Giuseppe Russo

Il Festival Culturale del Lago Turkana si svolge ogni anno a Loiyangalani, una piccola località sulla costa sud orientale del lago Turkana in Kenya; in lingua Samburu, il suo nome significa Luogo dai molti alberi e ospita, tra le altre, la tribù quasi estinta El Molo. Gli abitanti del villaggio si dedicano principalmente alla pesca, al turismo e alla ricerca dell’oro. Oggi si sta rapidamente trasformando in una popolare destinazione turistica del Kenya settentrionale, per l’unicità delle esperienze culturali offerte dai vicini villaggi abitati da Turkana e El Molo.

A giugno 2008, i Musei Nazionali del Kenya hanno inaugurato il Desert Museum, il primo e unico museo di Loiyangalani, che rispecchia le culture e gli stili di vita di otto comunità residenti in quest’area. Esso espone oggetti d’artigianato appartenenti a tribù diverse e mostra anche le piante e i diversi animali endemici del Nord Kenya.

Nello stesso anno è stato proposto dalle comunità locali che risiedono sulle sponde orientali del lago Turkana nella contea di Marsabit anche il primo Festival Culturale del Lago Turkana, una manifestazione di 2/3 giorni che, come un assaggio autentico dell’anima dell’Africa, raduna tutte le 14 comunità etniche che vivono nella contea di Marsabit (El Molo, Rendille, Samburu, Turkana, Dassanatch, Gabbra,  Borana, Konso, Sakuye, Garee, Waata Dasannach, Burji, Pokot e Somali) celebrandone le ricche culture. Dal 2008 è diventato un evento annuale, che si celebra ogni anno tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, seguendo il calendario lunare, in coincidenza della luna piena e dopo il Ramadhan.

L’evento è caratterizzato da performance uniche e tradizioni culturali delle 14 comunità etniche con la particolare rappresentazione dei loro usi, tradizioni e spettacolari costumi tradizionali, le arti e l’artigianato, le danze e la musica (che colpiscono il visitatore per la ricchezza, modi di vita autentici, i vistosi effetti ornamentali, gli oggetti d’arte e tecniche artigianali uniche) costituendo un’esperienza unica e affascinante, in particolare alla luce delle straordinarie caratteristiche geografiche e delle limitate conoscenze generali sul Lago Turkana e la Contea di Marsabit.  A prima vista, questo sembra essere un programma di intrattenimento culturale leggero, ma l’evento ha un obiettivo più profondo nella regione. Il Festival Culturale infatti  offre a tutta le comunità della contea di Marsabit un’opportunità per l’interazione culturale, l’armonia, la coesione, l’integrazione, la cooperazione e il commercio. L’obiettivo principale sottostante, dunque, è stato e continua ad essere quello di promuovere la pace e la riconciliazione tra i popoli.

L’evento è caratterizzato da performance e dimostrazioni uniche delle seguenti 14 comunità etniche che vivono nel lago Turkana, nel Chalbi Desert, sul Monte Marsabit e nei Moyale Escarpments, in particolare:

Gabbra – un gruppo etnico nomade allevatore di cammelli, che risiede nella parte nord-occidentale della Contea, che confina con il Lago Turkana ad est.

Borana – la più grande comunità di allevatori di bestiame che si estende tra Moyale, Isiolo e Marsabit Mountain.

El Molo – un gruppo etnico quasi estinto che vive nella baia di El-Molo sulle rive del lago Turkana.

Rendille – il cui nome letteralmente significa “detentori del bastone di Dio”. Questa è una comunità Cushitica che vive nel deserto di Kaisut.

Samburu – gruppo etnico nilotico, che è indiscutibilmente cugino dei Masai, il volto noto del turismo in Kenya.

Turkana – il terzo gruppo dedito alla pastorizia più grande dopo Maasai e Samburu. Vivono intorno al Lago Turkana e alla Valle dell’Omo.

Dasanech – una delle tribù più antiche dell’Africa, i Dasanech sono anche conosciuti come i cacciatori di coccodrillo della notte.

Konso – gruppo etnico Cushitico che si è diffuso nella contea di Marsabit e ricco di pratiche culturali in grande recupero.

Sakuye – sono la  parte più esigua delle etnie che parlano Oromo, gruppo semi-nomade di pastori che condividono la tradizione con Rendille, Gabbra e Somali.

Waata – conosciuta anche come Sanye, è una comunità di cacciatori la cui ricchezza di tradizione culturale unica è sentita in tutto il Kenya. Si trovano anche nella foresta di Arabuko Sokoke. Essi sono africani sub-sahariani, esercitano una miscela di islam e animismo e hanno un basso tasso di alfabetizzazione.

Gli agricoltori Burji, che hanno introdotto questa pratica di sostegno ai pastori del Kenya settentrionale, in particolare all’interno della contea di Marsabit.

Gurreh – sono un gruppo etnico unico, per lo più islamizzato, legato ai somali e che pratica sia l’agricoltura che il pastorizia.

Somali – probabilmente costituiscono il gruppo di lingua Cushitica più diffuso, con una minoranza nella contea di Marsabit, e sono per lo più islamizzati.

La similitudine costante tra essi è la costruzione delle loro case abitualmente chiamate Manyattas. Esse consistono in uno stile modulare di architettura che segue alcune regole fondamentali per mantenere le famiglie e il loro bestiame sicuro. Al centro sono custoditi gli animali più giovani o di piccola stazza (capre, agnelli, vitelli), recintati da una parete di frasche e spine. Attorno ad essi sorge un certo numero di piccole case (capanne), a loro volte recintati da una grande parete perimetrale di spine (con un ramo tirato oltre gli ingressi di notte) atte a delimitare il villaggio, al cui interno sono custoditi gli altri animali di stazza più grande: bovini, cammelli e asini. Le Manyattas sono costruite dalle donne proprio da zero, dalle loro fondamenta. Esse variano in prospettiva per forma, dimensione ed elementi costruttivi.  Gli elementi costruttivi più comuni sono ramoscelli, sterco di vacca, canne e terra. Si ha anche modo di vedere pezzi unici di moda/ costumi e gioielli, che indossano in particolare le donne. Le perline sono l’elemento dominante utilizzato e i loro colori sono brillanti per richiamare l’attenzione come il giallo-brillante, il rosso, il verde, il bianco, il blu ecc. Le forme delle perline variano anche come forma (rotonda, ovale, rettangolare) per comporre i favolosi monili da collo / mano / capelli sia per uomini che donne. Le donne mostrano come alcuni dei loro abiti sono ricavati dalla pelle di capra o mucca, secondo diversi colori dal nero al marrone. Le intere comunità amano ballare e durante i festeggiamenti si organizzano spesso a danzare con tipologie di balli, legati ognuno ad un evento specifico della loro vita. Le loro danze consistono principalmente nel battersi le mani, battere i piedi per terra e fare alcuni movimenti di spalle molto energici in cui è facile essere coinvolti, mentre i Samburu ostentantano il loro giocoso Jumping (un salto in alto come una molla), ereditato dai cugini Maasai!
In un viaggio alla scoperta del nord del Kenya, immersi in una miriade di vivaci culture fra i tesori nascosti del Lago Turkana, il
Lake Turkana Cultural Festival è un evento meritevole di essere visto per la sua unicità e la promozione della pace tra queste affascinanti etnie africane.

 

Questo viaggio è proposto dall’operatore VIAGGI TRIBALI dal 24 giugno al 2 luglio 2018 (Kenya)

Giuseppe Russo è un viaggiatore, fotografo, blogger e reporter con oltre 20 anni di esperienze e collaborazioni di viaggio per il mondo come tour leader.
I suoi reportage sono pubblicati, oltre che su “Erodoto108”, anche sul suo Blog 

 ZOOM,ANDATA&RITORNO DI GIUSEPPE RUSSO
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L’itinerario descritto fa parte di un progetto un viaggio in KENYA nel giugno 2018 con VIAGGI TRIBALI  (collegamento ipertestuale)
Questo itinerario di viaggio è in partenza con l’operatore VIAGGI TRIBALI
dal 24 giugno al 2 luglio 2018 http://www.viaggitribali.it/viaggio/kenya-mare-di-giada-viaggio-kenya/