Testo e foto di Sabrina Maio

È il Balon, la mongolfiera. La trovi ovunque, dipinta sui muri, per aria e per terra…Mercato di baratto da secoli, luogo di partenza di mongolfiere, poi campetto dei ragazzini che ci giocavano al balon, il pallone, davanti al Cottolengo, a rubarvi le galline alle suore col pretesto di recuperare il balon, appunto.

Torino, divisa in due negli ultimi giorni di maggio, da un lato la kermesse internazionale del libro, dall’altro la vita di tutti i giorni. Torino dove i libri li trovi ovunque, nelle librerie e sulle bancarelle sotto tutti i portici, davanti ai Caffè, da via Roma a viale Po e fin sulle bancarelle del Balon. Veri tesori, libri non più in ristampa e prime stampe. Da emozionarsi. E mentre al Lingotto si succedono le star della scrittura, tra folle oceaniche, qui è vera accoglienza. Più etnie. Piemontesi veterani  lucidano pezzi di antiquariato, ragazzi africani vendono le loro stoffe,emigranti di un Sud lontano di cui non si sa nulla più. 

Il proprietario del Bar Balon mi indica foto di un tempo andato, visi sospesi e vite ferme. Fuori ovunque bancarelle di abiti vintage, con una loro vita passata, a cui non si resiste, come vere opere d’arte, come quelli  venduti a malincuore da Camilla che qui ci vive da sempre. Per il resto di tutto, scarpe solitarie in attesa ancora dell’anima gemella chissà dove raminga, bambole monche a far l’occhiolino, montagne di bottoni come caramelle. Croste e disegni da sogno. Il Balon è questo, sospeso tra il Cottolengo e la Dora che scorre al confine. Sulla parete della Scuola Holden,al centro del mercato, leggo una parte di una frase…”Suicidio ad alta velocità…”. Ho pensato a Foster Wallace!