Testo e fotografia di Vittore Buzzi

A Milano, ogni sera, ci sono 2 o 3 eventi dedicati alla fotografia.
Con alterne fortune aprono spazi o gallerie, compaiono sulla scena curatori più o meno preparati e se ne vedono di tutti i colori. Se questo da un lato può essere un bene dall’altro cela moltissimi rischi. Il rumore di fondo diventa sempre più intenso e l’offerta straripante disorienta chi si avvicina a questo “medium”.
Un po’ per curiosità un po’ per interesse profondo nelle ultime settimane mi sono avventurato in questo mondo con piacevoli sorprese e qualche antipatica constatazione.
Intanto il panorama è abbastanza strutturato ma chiaro siamo in presenza di:
1) Gallerie che trattano il contemporaneo con oculata intelligenza e che propongono approfondimenti mirati e autori emergenti attentamente selezionati, spesso presentano artisti che utilizzano la fotografia come mezzo di espressione;
2) Spazi misti che al fianco di una attività commerciale propongono mostre o workshop alcuni vicini al contemporaneo come MiCamera storica libreria Milanese;
3) Micro gallerie e altri spazi che, se da un lato, danno voce ad una pletora forte di fotografi emergenti , dall’altro non hanno la capacità di selezionare e si trovano a presentare programmi disomogenei ;
4)Eventi che permettono di incontrare autori famosi e storicizzati.

Ferdinando Scianna e Berengo Gardin

Ferdinando Scianna e Berengo Gardin

Insomma se voglio e scelgo con oculatezza i “luoghi” posso trovare a passeggiare fianco a fianco vecchie glorie che si lasciano fotografare da nuovi fan agguerriti come docili gattini ammaestrati (mi perdonino i malcapitati ritratti) o da signore di mezze età messe giù da gara a cui sfuggono gridolini e troppo spesso la parola “maestro”… Photo Editor vecchi e nuovi che “surfano” la folla di aspiranti fotografi dispensando saluti e facendo sfoggio dello loro declinante potere, pseudo curatori a caccia di pseudo fotografi a cui estorcere qualche migliaio di euro per pseudo mostre… Insomma questa energia, un po’ negativa, ma brulicante spesso non ha quasi niente a che fare con le fotografie esposte ma con la eterna ricerca di soldi e potere, fama effimera… La fotografia va di moda e dobbiamo farcene una ragione, per questo negli interventi futuri inizierò a passare in rassegna luoghi di valore e di amore, una piccola mappa per non perdersi nel “nuovo” , “luccicante” e “abbagliante” mondo della fotografia milanese, per sfatare qualche mito, magari con un po’ di ironia.
La fotografia è diventata di moda, un prodotto di massa, non solo per quello che riguarda le attrezzature ma anche per le mostre e le stampe. In molti stanno cercando di trarne profitto è meglio quindi fare un bel respiro, armarsi di pazienza ed iniziare a farsi una cultura per non prendere sole colossali…
Da dove si comincia? Iniziamo da due classici un po’ datati della storia della fotografia, e da una costosa new entry:

Beaumont Newhall
Storia della Fotografia
Einaudi

Jean Claude Lemagny
Storia della fotografia
Sansoni

AA.VV.
Storia della Fotografia
Electa

E poi? Guardiamo le mostre… Educhiamo piano il nostro occhio al contemporaneo… E’ un viaggio non rimane che partire…