Testo e foto di Claudio Simbolotti. 

Uomini, donne e bambini, caldo insopportabile ma anche freddo impensabile, odore inconfondibile ma soprattutto una situazione pazzesca. Così appare agli occhi di un occidentale un treno russo. Platskart, cioè terza classe, non ci può essere modo migliore, più bello ed economico per scoprire questo smisurato paese. Grazie all’immenso sviluppo della rete ferroviaria potrete arrivare quasi in ogni dove del territorio russo, spostandovi dai confini con l’Unione Europea alla Cina, attraversando fusi orari e paesaggi diversi, passando dalla metropoli moscovita alla deserta Siberia.

Un lungo vagone, 52 posti o per meglio dire letti, e si perché qui tutti i viaggi a lunga percorrenza sono in cuccetta. L’unica differenza è che la terza classe è un’unica cuccetta collettiva, dove non ci sono scompartimenti e non esistono porte. E’ un po’ come abitare nella stessa abitazione, perché viaggiare qui e come essere in una vera e propria casa. Zero intimità ma tante possibilità di socializzare, di vedere stranezze, di apprendere. Non preoccupatevi delle difficoltà, ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarvi, ad offrirvi qualcosa, a scambiare con voi due parole, in russo naturalmente.

Le distanze siderali fra le varie destinazioni fanno si che ci si porti dietro di tutto: cibo a volontà, bevande, cambio di vestiti. E’ come assistere ad un trasloco. Il tempo scorre con un ritmo lento fra un pasto e l’altro, una dormita e una bevuta. Gli odori del cibo si sprigionano nell’aria mischiandosi agli aromi del the e impregnando le narici. Il via vai di gente che passa per il treno e vende di tutto, dai giornali ai libri, dal cibo ai giocattoli non resta inosservato. Presto scoprirete che ogni viaggiatore ha con se sempre una tazza, impossibile farne a meno, da riempire con l’acqua calda presente in un contenitore (Samovar) collocato in ogni vagone. Non disperate, se ne siete sprovvisti potrete sempre noleggiarla. Ecco spiegato l’arcano mistero che vede gente alzarsi in continuazione e preparare the, cioccolata, zuppe.

 

Che dire del controllore (provodnitsa), protagonista assoluto di ogni viaggio. Non chiedetevi il motivo ma ad esercitare questo lavoro sono tutte donne. A ognuna di loro viene affidato un solo vagone di cui sono le complete responsabili. Controllano i biglietti ed i passaporti, forniscono le lenzuola e gli asciugami, gestiscono l’apertura e la chiusura delle toilet, tengono pulito, si occupano del Samovar, vi danno la sveglia e molto spesso a queste funzioni ufficiali si affiancano altre come vendere da bere o da mangiare. Delle vere e proprie donne di casa che badano alla loro abitazione e ai suoi ospiti e sempre pronte ad aiutarli.

Non c’è un’età che contraddistingue questi viaggiatori, ci sono giovani, anziani e molte donne. Uno spaccato della società, un’insieme di storie personali e collettive, un miscuglio di gente che proviene da luoghi differenti. Potrete incontrare un po’ di tutto e forse l’unica cosa che li accomuna è di non essere ricchi, di non potersi permettere un più costoso mezzo di trasporto.

Volete viaggiare ancora insieme a Claudio? E allora visitate il suo interessantissimo blog.  

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