Testo di Anna Maspero

© Sebastião Salgado/Amazonas Images

© Sebastião Salgado/Amazonas Images

Difficile scrivere qualcosa di originale su Genesi, la mostra di Sebastião Salgado che ha già fatto il giro del mondo e che da pochi giorni è finalmente è approdata a Milano negli spazi del Palazzo della Ragione, inaugurando il nuovo polo permanente dedicato alla fotografia. Solo un invito per chi ancora non l’avesse visitata: non perdetela! Sono 250 grandi foto in bianco e nero raccolte in cinque sezioni: il sud del Pianeta con l’Argentina e l’Antartico, l’Africa, Isole “santuari” come il Madagascar, la Papua Nuova Guinea e i territori degli Irian Jaya, quindi l’emisfero nord con l’Artico e il Colorado e per chiudere l’Amazzonia, polmone verde della terra. Ci sono voluti otto anni di ricerche e trentadue spedizioni dai poli alle savane, dalle foreste tropicali ai deserti e alle isole solitarie per ricomporre questo atlante originario del pianeta.

Sono luoghi isolati, inospitali, spesso estremi e proprio per questo sfuggiti alla distruzione. Per la prima volta Salgado non fotografa l’uomo: i soggetti non sono, come in tutto il suo cammino di reporter, il lavoro, le migrazioni, gli esclusi e la lotta per la sopravvivenza, ma la natura allo stato primordiale come al tempo della Genesi. Anche quando racconta delle tribù dei Boscimani, dei Nenci o degli Zo’è, ci parla in fondo della natura, perché sono uomini che con la natura vivono in equilibrio e ne fanno parte.

“Sono nato nel 1944, in una grandissima azienda agricola del Brasile il cui territorio era coperto all’epoca, per circa il 60%, dalla foresta tropicale…” sono queste le prime righe della presentazione scritta da Salgado per il catalogo della mostra. E “Genesi”, cioè “origine”, è in fondo proprio il ritorno alle sue origini, a questo suo mondo allora ancora in gran parte coperto dalla foresta tropicale poi quasi completamente distrutta nell’arco di cinquant’anni. Con l’aiuto della moglie Lélia e della loro fondazione, Salgado ha ripiantumato l’area intorno alla fattoria paterna con oltre due milioni di alberi di trecento specie diverse. E con questa mostra, una “lettera d’amore alla terra scritta con la macchina fotografica”, come lui stesso l’ha definita, ci regala un testamento di speranza, invitandoci ritrovare il nostro giusto posto nell’universo e a proteggere quanto ancora sopravvive della natura primordiale prima che vada completamente distrutta.

Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado. In corso dal 27 giugno al 2 novembre 2014 presso il Palazzo della Ragione, Piazza dei Mercanti, Milano

L’articolo è stato pubblicato dall’autrice sul suo sito: www.annamaspero.com

Leggi sul numero 7 di Erodoto108 il reportage “Bolivia, taccuino delle contraddizioni” di Anna Maspero.