di Domenico Scarpino.

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Immaginate un mondo senza immagini. Completamente senza immagini. Non ci riuscite vero?

Niente tv, niente videogiochi, niente foto e niente cinema, ma anche niente giornali e niente riviste. Niente cartelloni stradali e nemmeno quadri o stampe. Niente immagini. Un incubo. Un mondo che non ci appartiene. Ma sforzatevi un po’. Non vi viene in mente che il nostro passato era così? Le uniche immagini erano nelle chiese. E c’era la fila per andarle a vedere…

Sutta in siciliano significa sotto ma indica il subire qualcosa… sutta patrune vuol dire sottomissione, sutta scupa (scopa) significa sotto la pressione di avvenimenti più grandi di noi. Ma sottomettersi a qualcosa o a qualcuno non ha forse un sapore perverso? Non vuol dire anche subirne il fascino?

Immagini belle e immagini brutte. Ne siamo intrisi al punto che non lasciano più traccia. Apparentemente.

Ogni singola immagine ha, però, una tale forza di rappresentazione del mondo che vale un fiume di parole. Viviamo sotto la pressione delle immagini e non serve andare nelle chiese per questo.

Repubblica del Benin, Africa, oggi, immagini che ti aspetti, viste già. Bambini che giocano, il villaggio e le sue attività, povertà, scarpe slacciate, quando ci sono le scarpe. Bambini che giocano e africani che ballano ci stanno sempre bene. Già visto e soprattutto molto rassicurante per noi che siamo gli altri.

Sutta foto il corto – documentario di Emanuele Licitra racconta così l’Africa. Apparentemente.

Bellissime riprese in alta definizione di un mondo che riconosciamo soprattutto grazie ad immagini uguali ad altre che abbiamo già visto. Tanti volenterosi reporter ce l’hanno già mostrato e ancora mostrato. Licitra non sbaglia neanche un’inquadratura e le riprese finiscono giusto in tempo per non incorrere nella noia. Sono perfette da tutti i punti di vista. Appunto. Tutto perfetto. Se non fosse che…

Se non fosse che, in realtà, Emanuele Licitra ci sta raccontando tutta un’altra cosa. Il documentario non parla di Africa ma di fascinazione e di potere. Il potere delle immagini. In un mondo in cui le immagini non sono comuni, il loro potere diventa molto più evidente. Ti costringe a muoverti per andarle a cercare, così tutti si spostano nel luogo dov’è collocata l’unica tv del paese. E se non fosse l’unica poco importa, quello che conta è che sposta i corpi della gente per farsi guardare. E poco importa anche se trasmette solo balli ritmici e musica afro, non è la novità o l’eccezionalità che affascina ma l’immagine. Per questo è necessario pulire e coprire il televisore una volta spento, non perché c’è la polvere che rovina tutto, ma perché esso è la fonte delle immagini. Probabilmente la polvere verrà tolta anche da altri oggetti ma ci viene mostrata solo la cura con cui si fa quella operazione. Si è appena compiuto un rito che si ripeterà il giorno seguente e quello seguente e quello dopo ancora. Un rito al quale risulta difficile sottrarsi. Per questo Sutta foto parla di noi e non di Africa. Parla di un rito ormai in svolgimento permanente, al quale siamo assoggettati e che negli anni cinquanta è iniziato qui nello stesso identico modo. Il televisore, le riunioni di paese nel luogo dove esso si trovava e la cura dell’oggetto sacro. Per questo Dikko uno dei bambini che avevamo visto giocare al villaggio lascia il gioco. Non può sottrarsi alla ricerca delle immagini. Fa molta strada per riuscire a vedere la televisione e sperimenta delusione quando arriva e la trova spenta, allora non può fare altro che tornare al gioco, ma ormai tutti sanno che tornerà l’indomani. La fascinazione è in atto e lui è sutta.

 

Domenico Scarpino

Sono videomaker e sceneggiatore. Realizzo cortometraggi e video a carattere sociale. Cerco di coniugare la “meravigliosa” passione per la narrazione ad una caparbia velleità da cineasta. Il tutto condito con un “malsano” interesse per le tecnologie audiovisive.