Testo e foto di Angela Mori. 

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Forse esiste un Buddha dei crocieristi di terza classe.

Quando lunedi pomeriggio a Chongqing mi sono imbarcata sul “Long Sheng” ho provato la stessa sensazione che provai quando mi imbarcai a Manaus sul battello per Porto Velho.

Volevo scappare.

L’idea di dover trascorrere quattro giorni insieme a persone con cui non potevo comunicare, mi distruggeva.

Viaggiare in terza classe significa condividere una cabina in sei persone e avere a disposizione per i bagagli e per muoversi, un metro e mezzo quadrato per tutti quanti.

Constatare poi che il materasso della branda e’ alto un centimetro non aiuta certo ad approfittare della posizione orizzontale per guadagnare spazio.

Fare comunque una crociera’ sullo Yangtze con un battello destinato ai soli crocieristi cinesi significa essenzialmente dover a che fare con le loro insopportabili abitudini, come fumare e sputare in continuazione, in uno spazio molto ristretto.

Dopo un’ora dall’imbarco vedo sfilare sul molo alcuni turisti stranieri e penso “non saro’ l’unica occidentale su questo improbabile barcone”. Il tempo di finire la frase e li vedo svoltare sulla passerella di destra che conduce alla piu’ sfavillante “Victoria Cruises” dove l’orchestrina accoglie i passeggeri con le loro enormi valigie.

Resto in cabina  e spero che non arrivi nessuno.

Dopo un’ora entra timidamente un signore con una piccola valigia. Lo saluto con un cenno del capo e lui fa altrettanto. Dopo poco entra una ragazza con una grande valigia. Ci sorridiamo. Scopro con immenso piacere che parla inglese. Sara’ praticamente l’unica e il caso ha voluto che alloggiasse in cabina con me.

Alle nove di sera il battello parte.

Yuan, bellissima, con un sorriso disarmante e una pazienza tibetana nel riuscire a tradurmi in inglese tutto cio’ che le chiedo durante il viaggio e il signor Zhao, con una millenaria saggezza nello sguardo e un’ elegante armonia taoista nell’incedere, saranno gli unici passeggeri con cui condividero’ quella cabina, e gli unici passeggeri in terza classe.

Vado a fare un giro di perlustrazione per capire se esistono scialuppe di salvataggio.

Neanche una.

Considerando quindi che lo Yangtze si snoda tra gole rocciose aguzze spero quindi che da queste parti non sia in uso un certo galateo marinaresco che prevede gli “inchini”.

Essendo l’unica occidentale ovviamente sono oggetto di sguardi e di curiosita’, soprattutto quando mi vedono scrivere sul mio diario mentre seduta su uno sgabello sul ponte scoperto, contemplo lo scorrere del paesaggio.

Io, piu’ curiosa di loro, mi aggiro tra i tavoli dove gli uomini si accaniscono in lunghe partite a carte accompagnate da nuvole di fumo e litri di te’.

Alcuni tentano di interloquire con la sottoscritta in inglese, altri mi fanno domande in cinese e si stupiscono che non gli risponda nella loro lingua.

Ogni giorno di navigazione inizia sempre con la sveglia alle 6 e l’escursione alle 7 in visita ai templi che si incontrano lungo il tragitto.

Il signor Zhang, un passeggero della prima classe che non parla una parola di inglese chiede a Yuan di fare un po’ di conversazione con noi due. Io rimango muta mentre loro chiacchierano. Lui non si capacita e dopo che siamo rientrate in cabina viene ad omaggiarci di una scatola di dolcetti.

Lo spettacolo piu’ bello che la crociera sul fiume Yangtze offre e cioe’ le tre gole, ci verra’ regalato il terzo giorno di navigazione. Quando la guida fa l’annuncio con l’altoparlante saliamo tutti sul ponte scoperto. Nel frattempo sbircio nelle cabine di seconda classe e vedo che hanno dei bei materassini alti 10 centimetri. La sorpresa piu’ grande pero’ sono le cabine di prima classe con materassi alti almeno 15 centimetri. La mia schiena grida vendetta.

La gola Qutang compare all’improvviso in tutto il suo splendore e cosi’ sara’ anche per la gola del Wu e la Gola dello Xiling. Per riuscire a godermi meglio questo spettacolo della natura e soprattutto per sfuggire al fuoco incrociato degli sputacchi decido di scendere al ponte della terza classe e andare a prua ad immergermi nella maestosa incombente armonia che la natura ci offre.

Piu’ tardi incrocio nuovamente il signor Zhang che come sempre mi sorride e mi offre una mela e un mandarino.

Gli altri passeggeri si danno un gran da fare a sgranocchiare, masticare, bere per tutta la durata della crociera. Attivita’ che continuano anche durante le escursioni a terra dove pare che la cosa piu’ importante sia comprare, comprare, comprare.

L’ultima sera il signor Zhang invita Yuan, me ed altri passeggeri nella sua cabina. Ci offre frutta, carne dolce essiccata e altri dolcetti. Continua a non capacitarsi della mia silente conversazione.

Il terzo giorno di navigazione andiamo con le barche piu’ piccole a vedere le tre piccole gole. Nonostante la nebbia che ci accompagnera’ per tutto il viaggio, anche qui la magia delle rocce che affondano nell’acqua e toccano il cielo, toglie il fiato.

Il quarto giorno arriviamo a Yichang dove finisce la crociera.

Prima di lasciare il battello il signor Zhang mi regala un uovo sodo.

Andiamo a visitare la piu’ grande diga del mondo, quella delle tre gole. Dopo la visita il pullman ci porta in centro dove ognuno dei passeggeri poseguira’ per la sua strada.

Yuan, il signor Zhao ed io prendiamo il treno per Wuhan.

Arrivati alla stazione saluto il signor Zhao con un cenno della mano e dal finestrino gli butto un bacio: non ha un indirizzo e.mail e come succedeva fino a qualche hanno fa quando non esisteva internet, lascio un compagno di viaggio con il quale ho condiviso un pezzo della mia vita, con la consapevolezza di non rivederlo mai piu’.

Yuan non mi lascia. Mi dice che alla stazione verra’ a prenderla un suo amico e che mi porteranno all’ostello dove alloggero’ per quella notte. Appena lo incontriamo avviene quello che temevo: lei fa un saltello di gioia, gli molla la valigia e continua a camminare al mio fianco. Le chiedo ” ma quando tra amici vi incontrate dopo un po’ di tempo, non vi salutate con un bacio od un abbraccio?”. “No, non si usa”, mi risponde.

Arrivati all’ostello, dopo aver preso la chiave della camera, riesco per ringraziare l’amico di Yuan e mi avvicino a lei. Mi concede due baci ed un abbraccio.

Lei la rivedro’.

Il prossimo anno verra’ a studiare all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Il Buddha dei crocieristi di terza classe ha dato un segno di se.