Testo e foto di Viaggio Solo Andata di Ilaria Cazziol e Marco Mignano

Quasi tutti conoscono la transiberiana. È un percorso leggendario, collega la Russia degli estremi, le città europee di Mosca e San Pietroburgo con quelle asiatiche (che se le si guarda sulla mappa, si direbbe che sono in Cina) come Vladivostok. In mezzo, migliaia di chilometri e decine di fusi orari!

Ma il percorso più interessante è quello della transmongolica: per più di metà è in comune con la transiberiana, ma poi, all’altezza del profondissimo lago Baikal e della città buriazia di Ulan Ude, vira verso sud: da lì si entra in Mongolia, e poi si sbuca in Cina. Un viaggio internazionale via treno davvero epico!

Foto di Marco Mignano – Viaggio solo Andata

Nessun altro Paese al mondo si estende per così tanti chilometri come la Russia, attraversando due continenti e una decina di fusi orari, raccogliendo volti e usanze così diversi. Un turista medio identifica il russo con una persona alta, dagli occhi azzurri e i capelli biondi. Pochi sanno che sono altrettanto russi personaggi dall’aspetto molto più orientale, con lunghi occhi a mandorla e viso tondo e paffuto. A parte lo stesso passaporto condividono ben poco!

In effetti, ormai siamo in Asia da un po’: il confine tra Europa e Asia è in piena Russia, a neanche metà percorso. Vicino a Ekaterinburg hanno eretto un monumento perfetto per la foto di rito che lo ricorda: ed è uno dei pochi posti al mondo in cui si può stare contemporaneamente in due continenti diversi, un piede in uno, un piede nell’altro. Non c’è nient’altro, ma chi non vorrebbe farsi un selfie così?

Foto di Marco Mignano – Viaggio solo Andata

La Mongolia, poi, è qualcosa di completamente diverso.

In una terra semidesertica come questa, nelle cui praterie sterminate cresce giusto un’erbetta leggera e una steppa dura e giallastra, gli abitanti non hanno mai potuto dedicarsi all’agricoltura, hanno rinunciato ad una dieta mediterranea secoli addietro in favore di una basata sulla carne e sui prodotti animali, e si muovono con le loro ger attraverso la steppa, alla ricerca di “più verdi pascoli”, in senso letterale. Non ci sono strade asfaltate nella steppa, solo polverosi sentierini. E quindi come da tradizione nomade di tutto il mondo, come gli indiani d’america e come i cacciatori europei, c’è un solo, grande mezzo di trasporto: il cavallo.

Foto di Marco Mignano – Viaggio solo Andata

Poi è il momento di un altro confine: quello con la Cina. Si passa nel deserto del Gobi, vicino ma non abbastanza da vedere le grandi dune di sabbia di Khongoryn Els: non c’è nulla, non cresce quasi nulla, e le mandrie di cavalli sono sostituite da cammelli che vagano liberi. Entrando in Cina, il confronto è pazzesco: le ger diventano enormi città, il cielo blu per cui la Mongolia è famoso qui è grigio per l’inquinamento. E ci sono persone, persone ovunque!

Si arriva a Pechino dopo un giorno di treno, e ormai è tutto diverso. Si fa fatica a credere che sia stato un unico viaggio! Sono passate settimane da quando si è lasciata Mosca, forse mesi. Ed è tutto diverso: la lingua, il paesaggio, le facce, ma soprattutto tu.

Il grande collante di tutta questa diversità è lui, il treno: tutti treni diversi, ma che ti cullano allo stesso modo quando è ora di dormire.

Già dopo Novosibirsk in Russia il treno comincia ad avere un altro aspetto: gli occhi sempre più allungati, i colori sempre più scuri, anche la lingua sembra diversa (ma tanto ancora nessuno parla inglese, quindi non lo saprete mai). E con quest’umanità che diventa sempre più asiatica, chilometro dopo chilometro, ci si ritrova a condividere lunghe giornate di nullafacenza, ore e ore di sguardi languidi fuori dal finestrino, pasti e tè caldi, sorrisi cordiali e tentativi goffi di conversare senza una lingua in comune. La dimensione del treno diventa quella della casa, e si sale sul successivo con la stessa gioia con cui si rientrerebbe in casa dopo un lungo viaggio.

Insomma, la transmongolica è davvero un viaggio epico come dicono. È difficile spiegare il perché, alla fine, riuscire a rendere davvero la complessità di un’esperienza così, che ti segna fin da quando inizi a organizzarla. Soprattutto se la organizzi totalmente da solo e senza affidarti ad agenzie. Allora ti sentirai di averla davvero conquistata con fatica e goduta con passione. C’è una sola cosa che nessuno dice su questo viaggio: se organizzato in autonomia, può essere anche davvero economico! Basta tanta pazienza, interesse, passione e…una buona guida.

Ilaria Cazziol e Marco Mignano
www.viaggiosoloandata.it