Testo di Paolo Rausa

De ‘Lu Schiau’ ti colpisce innanzitutto il nome, il significato, per capire dove ti trovi e con chi hai a che fare. Il luogo è importante, la florida campagna salentina, nell’entroterra, a ridosso delle ridenti località rivierasche della costa che guarda a Oriente.
A Otranto innanzitutto, e al sacco della città nel 1480, narrato da Maria Corti nel romanzo ‘L’ora di tutti’: ‘Quel mattino era un venerdì, il 28 luglio dell’anno 1480… Era fresca l’acqua e giungeva bagnata dal mare. Faceva balletti nei cespugli di malvarosa e di finocchio…’ Antonio De Carlo, regista teatrale di fama e docente di scenografia e illuminotecnica all’Accademia delle Belle Arti di Bari, si è forgiato tra quei vicoli del centro storico quando nel 1980 celebrò a suo modo e con la sua arte il cinquecentenario della presa della città.
Francesca ha condiviso con lui una vita all’insegna dell’arte, della cultura, della ospitalità, della curiosità, della conoscenza come spinta ad affrontare il futuro, forte della tradizione contadina del nostro sud del sud, il Salento, dove finisce la terra, quella decantata da Bodini. Da Firenze a Serrano, frazione di Carpignano Salentino (Le), dove il padre e il nonno e intere generazioni di contadini hanno litigato con la terra, sempre con rispetto, ma imprecando per la fatica, traguardando il cielo per capire come sarebbe andata la giornata, elevando preci al santo perché salvasse il raccolto.

Lavorazione del giunco
Tradizioni e cultura contadina che sono passate da mescia ‘Mmaculata e dal padre a lei e ora da lei a Giulia, che gestisce con Ruben, da Valencia, strappata agli arabi dal Cid Campeador che con questa impresa diede inizio alla reconquista. Dalle scene del teatro e dagli atelier di moda alla terra, qui, lu schiau, lo schiavo o pietra, che rende la terra ‘mara e nicchiarica’, come canta il poeta. Un ettaro e mezzo di terreno coltivato prevalentemente ad orto secondo principi biologici e poi sparsi uliveti e vigne, alla cui conduzione gli amici che alloggiano partecipano nei vari lavori dei campi e si godono i frutti che sono costati sudore.

Agriturismo Lu Schiau, il salone
Il ritorno alla terra favorisce gli incontri e i confronti sulle esperienze artistiche e umane. Si favorisce l’espansione delle erbe spontanee, la paparina, i cardi santi, le lapistre e le cicoreddhe. Si conservano i loro sapori e gli odori, si trasformano in conserve, profumi, liquori e saponi. Fervono i laboratori di giungo, yoga, poesia, immagini e documentari sulle condizioni di vita e di lavoro in un Salento, bello da amare, come racconta una iconografia turistica, ma che vede anche in azione aperta la piaga dei caporali nelle attività agricole. Un salone dove d’inverno ci si raccoglie e si raccontano le storie di questi posti e i segreti che racchiudono, le armate messapiche in alleanza con Pericle di Atene, i porti di Roca e di Otranto, le città vicine di Baxta e Manduryon, gli ulivi millenari. Una cucina semplice e sana, dei prodotti che, come direbbe Virgilio, ‘la terra offre spontaneamente al contadino lontano dalle armi’, l’aia d’estate, le immersioni nelle campagne salentine assolate, infine il mare. ‘Thalassa, thalassa’ così ci esaltiamo come le grida di giubilo dei greci nell’Anabasi di Senofonte, vedendo nell’acqua che circonda questa terra occasione di commercio e comunicazione. Ci si arriva in treno da Lecce con la mitica Sud Est, treno più bus, fermata Carpignano Salentino, Serrano. In auto, da Bari a Lecce e poi verso sud, deviazione per Martano e si prosegue verso il mare fino a Serrano.

Yoga
Info: Agriturismo Lu Schiau, Strada Statale Le Pietre, Serrano (Le), tel. 0836 586804-cell. 339 8237551,
luschiau@libero.it, www.luschiau.com.