ADRIANPACIPerdita, abbandono, sradicamento. Parole che su questa sponda, nord, del Mediterraneo acquisiscono il sapore salato dell’acqua di mare che tanti sogni ha spento. Acqua di mare incrostata sui gommoni, tra le pieghe di vestiti raccattati, tra poveri resti che oggi hanno il lugubre aspetto della tragedia. Attorno a questo drammatico tema, di cui il Paese si accorge in modo incoerente e saltuario, ha lavorato Adrian Paci, artista albanese, in Italia da diversi anni a cui Milano, sua città di accoglienza, dedica un’antologica al Padiglione di Arte Contemporanea.
Il suo ultimo video, “The Column”, è la più importante opera di questa mostra milanese, intitolata “Vite in transito”. Un gruppo di operai cinesi caricano su una nave un grande blocco di marmo: durante una lunga navigazione verso l’Europa, lo intagliano fino a trasformarlo in una colonna dorica, pure esposta al PAC.
L’emigrazione albanese è raccontata da Paci con il video “Turn on”, del 2004, dedicato ai molti suoi compatrioti che lavorano, tanto spesso precariamente, nei cantieri edili della penisola. Ispirato alla fratellanza “Encounter”, del 2011: l’artista stringe la mano a 700 abitanti locali, in una piazza barocca di Scilici, in Sicilia. La mostra comprende anche opere pittoriche, tra le quali la serie “Secondo Pasolini (Decameron)”, del 2007, dedicata appunto al cinema di Pier Paolo Pasolini.

Inaugurata oggi. La mostra proseguirà fino al 6 gennaio.