Testo e foto di Maria di Pietro

NAPOLI, Maria di Pietro_1

La fotografia ha avuto inequivocabilmente nel tempo, la capacità di esplorare e mescolare la realtà. Insieme all’arte figurativa ha aperto nuovi spazi di ricerca e sperimentazioni, avvalendosi di un valore artistico indiscutibile.
Blow up. La fotografia a Napoli 1980-1990 oggi al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes, è la
dimostrazione che la fotografia è lembo dell’arte contemporanea, e che con la sua valenza artistica e documentaria, occupa un ruolo importante nell’intenso patrimonio creativo in una città come Napoli e non solo.
Gli anni Ottanta segnano una svolta nel campo del linguaggio fotografico attraverso numerosi correnti .
In questa città, sempre tesa all’accoglienza e mai restia a farsi raccontare nel suo miscuglio di realtà e immaginazione, Blow up. offre un punto di partenza per una rilettura approfondita su anni attivi, vivi e pulsanti per la fotografia.
La mostra, realizzata dalla Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta col sostegno di Incontri Internazionali d’arte, è promossa e finanziata dal Servizio architettura e arte contemporanee della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’esposizione presenta circa 140 fotografie. Il percorso unisce le diverse anime che attraversano la fotografia soffermandosi sugli inizi degli anni Ottanta, quando con un ciclo di mostre curate da Cesare de Seta, vennero invitati i fotografi più innovativi della scena internazionale a narrare la città, rileggendo i luoghi urbani quali sedi di memoria e di storia, in una osservazione fotografica che stringe un sodalizio con la storia dell’arte, l’architettura e l’urbanistica.

Vale la pena citare tutti gli artisti in mostra per capirne il valore :
Cesare Accetta, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Antonio Biasiucci, Roberto Bossaglia, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Arnaud Claas, Clegg & Guttmann, Mario Cresci, Luciano D’Alessandro, Paul den Hollander, Fabio Donato, Luciano Ferrara, Franco Fontana, Joan Fontcuberta, Günther Forg, Lee Friedlander , Giuseppe Gaeta, Caio Garrubba, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Andreas Gursky, Mimmo Jodice, Gianni Leone, Robert Mapplethorpe, Raffaela Mariniello , Lello Mazzacane, Antonia Mulas, Helmut Newton, Claude Nori, Sergio Riccio , Melita Rotondo, Thomas Ruff, Marialba Russo, Roberto Salbitani, Jan Saudek, Cindy Sherman, Thomas Struth, Eckhard Supp, Charles Traub, Fulvio Ventura, John Vink, Verena von Gagern, Manfred Willmann.

Il corposo progetto espositivo, spiega Fabrizio Vona “ si affianca agli altri presentati al Museo Novecento di Castel Sant Elmo e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, si misura con la complessità del panorama della fotografia napoletana degli anni Ottanta in cui i tratti emblematici sono costituiti dalla fitta rete di relazioni intercorse tra artisti italiani e stranieri, tra spazi espositivi istituzionali, gallerie private e associazioni culturali.

Lo sguardo che questi fotografi hanno avuto scorre su un decennio che sia apre con il terremoto del 1980 e che porta Napoli all’interesse del mondo non solo per quanto accaduto, ma soprattutto per la forza e l’energia scaturita nella rinascita. Non è certo facile da raccontare: convenzioni, immagini semplicistiche di una realtà troppo spesso etichettata nel folclore, hanno spinto alla necessità di uno sguardo teso alle sfumature di una metropoli molto più affascinante, ricca di multitudini e contraddizioni, spesso dilaniata e sofferente ma sempre meravigliosa nella sua stessa teatralità, con contrasti netti che vibrano tra i vicoli, il golfo e la gente.
Le immagini che troveremo esposte ci parlano di silenzio e di chiasso, di chiese colpite dal terremoto, di sorrisi sul lungomare, interni di palazzi, manifestazioni.

Ad instradare lo sguardo sono sette fotografi italiani quali Cresci, Fontana, Berengo Gardin, Ghirri, Jodice, Mulas e Salbitani con la mostra del 1981 “Sette fotografi per una nuova immagine”, titolo molto chiaro che vuole sottolineare l’intento a superare una tradizione visiva fino a quel momento rinsaldata, aprendo un nuovo dialogo con la città che proseguirà con le mostre a venire quali “Città sul mare con porta”, “Napoli D’Inverno” e “Cartoline da Napoli”.
Blow up. , racconta Giuliano Sergio,si fonda su un principio che si affermò proprio negli anni ottanta: una foto presentata in uno spazio espositivo non è più fotografia ma un’opera d’arte fotografica. La fotografia si pubblica, si archivia, si presenta come documento, un’opera si espone. Oggi ad oltre trentanni da quella stagione, vogliamo raccontare la storia delle opere fotografiche che furono prodotte ed esposte a Napoli, una storia culturale affascinante poiché in quel periodo cresceva la consapevolezza dei fotografi, cambiava la sensibilità delle istituzioni e la città partenopea ospitò alcune manifestazioini fondamentali per il risveglio della fotografia in Europa.”

In quegli anni si documenta il teatro sperimentale, l’uso concettuale della fotografia, da Bern, Becher, Wihel, Sander , Jodice e Fabio Donato. Lo studio Trisorio invita Marina Miraglia a presentare mostre sulla fotografia ottocentesca.
Nel panorama del reportage oltre Luciano D’Alessandro, nome affermato, ci sono fotografi napoletani impegnati a documentare il sociale, la malavita, il conflitto politico, Gianni Fiorito, Luciano Ferrara.
Una mostra che ricorda come gli anni ottanta furono lo specchio e quindi il riflesso della contemplazione dei segni che l’uomo costruì nel tempo e la necessità di capire come appropiarsene.
E di come la fotografia, era l’universo dove muoversi e cercarsi, in una città che forse ancora oggi nella stessa multitudine, prova senza affanno, ad affermare la sua identità lontano da preconcetti ed definizioni.

FINO AL 16 FEBBRAIO al Museo Pignattelli, Riviera di Chiaia, 200 (Napoli)

NAPOLI; Maria di pIetro_2

NOTA:
Accanto alle fotografie che illustrano i percorsi sopra indicati e la contemporanea produzione di fotografi napoletani, viene presentato un ricco materiale documentario che ricostruisce la complessità di un decennio nel corso del quale spazi indipendenti, associazioni culturali e centri studi hanno concorso a promuovere una ricerca e a stimolare una discussione in un settore ancora considerato marginale rispetto ad altri linguaggi artistici.
La mostra, a cura di Denise Maria Pagano e di Giuliano Sergio, è organizzata da Civita ed illustrata da un catalogo edito da ARTE’M.
Costellazione ‘80
In occasione della mostra dedicata all’arte degli anni Ottanta è stato creato un percorso virtuale attraverso postazioni multimediali – Costellazione ’80- con la funzione di collegamento tra le collezioni, le mostre e le sezioni museali e di modello per un archivio dell’arte contemporanea a Napoli.
A comporre un quadro di insieme articolato parteciperanno – insieme alle mostre ‘ Blow up. Fotografia a Napoli 1980-1990 ‘ al Museo Pignatelli e ‘ Rewind. Arte a Napoli 1980-1990’ in contemporanea a Castel Sant’Elmo – la sezione di arte contemporanea del Museo di Capodimonte e la collezione Terrae Motus della Reggia di Caserta, imprescindibili elementi di questa Costellazione ‘80. Inoltre il Museo Madre e l’Accademia di Belle Arti di Napoli offriranno un contributo specifico coerente con le loro ricerche e attività.