Testo e foto di Isabella Mancini

Là fuoresce il tritone
dai flutti che lambiscono
le soglie d’un cristiano
tempio, ed ogni ora prossima
è antica. Ogni dubbiezza
si conduce per mano
come una fanciulletta amica.

Là non è chi si guardi
o stia di sé in ascolto.
Quivi sei alle origini
e decidere è stolto:
ripartirai più tardi
per assumere un volto.
Eugenio Montale

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La sua costa è la quinta essenza del Mediterraneo. Rocce a strapiombo sul mare turchese, macchie di ginestra immerse in verdi colline: il golfo di La Spezia ha ammaliato scrittori e poeti dalla fine dell’Ottocento. Un nome richiama quest’amore secolare, Golfo dei Poeti, collana di promontori e spiagge, coste frastagliate e mare azzurro, antichi borghi e natura selvaggia
Tellaro, San Terenzo, Fezzano, Le Grazie, l’isola Palmaria, il Tino e il Tinetto: tra questi campanili hanno soggiornato poeti insigni del romanticismo inglese cucendo su questa terra un vestito di mito e realtà.

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La leggendaria traversata a nuoto di Lord Byron nel 1822, da Portovenere a Lerici, per raggiungere gli Shelley che risiedevano a Villa Magni a San Terenzo, è entrata a far parte delle tradizioni del luogo come la gara di fondo di otto chilometri Shelley, che si è appena disputata. A Portovenere invece la grotta Arpaia è stata denominata Byron e una lapide ricorda il falso storico della sua presenza tra questi scogli: Byron si fermò infatti a Lerici, per una febbre mentre da Genova avrebbe dovuto raggiungere la Grecia.
Gli Shelly portano un sicuro scompiglio tra questi paesini di pescatori che guardavano alle “bizzarre” abitudini degli inglesi (bere tè e mangiare frutta) con diffidenza e rifiuto. Shelley qui poi perse la vita e il suo nome è rimasto legato agli scogli tanto amati ma traditori.

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“E’ un luogo dove un pellegrino di lingua inglese può nutrire pensieri e sentirsi spinto verso l’espressione lirica”, scriveva Henry James nel suo Italian Hours parlando proprio della Baia di Lerici.
Per chiudere l’estate tra questi riflessi di cielo in mare serve un compagno: un buon libro, brillante, veloce, dinamico, che riporta in questa macchia mediterranea l’eco di un amore appena nato. Suggeriamo Un disastro chiamato amore della giovane scrittrice Chiara Giacobelli.

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