Testo e foto di Daniela Atropia

Caro Erodoto,
te lo posso assicurare: i due magnifici leoni senza testa sono sempre a guardia della porta di Micene. Impassibili, muti, a reggere migliaia di anni di storia. Sono qui, tra le rovine di questa città guerriera conquistata dagli Achei agli inizi del II millennio a.C. e respiro il passato glorioso di una città morta, ma solo in apparenza. Mentre penso alle molte cose che potrei raccontarti su questo “viaggio greco” (non basterebbero cento cartoline), i miei occhi volano oltre la rocca e le sue rovine sulla piana che scivola sotto il cielo dell’Argolide fino al mare: infinita, già assopita fra i vapori del tardo pomeriggio, con i suoi ulivi e aranceti in lontananza. Pura bellezza. Probabilmente la stessa pianura che guardavano il popolo e i sovrani di Micene. Forse lo stesso Agamennone – responsabile dell’oscura tragedia degli Atridi e guida della spedizione contro Troia – si soffermava a spiarne l’orizzonte. Sarà pure una forzatura scolastica, ma ti chiedo uno sforzo d’immaginazione. Qui tutto ha la voce dell’Epica, della leggenda, e piace pensarlo.
Daniela Atropia, bresciana. Laureata in Materie letterarie e specializzata in Comunicazioni sociali, giornalista professionista e poi pubblicista, insegnante. Ha viaggiato in diverse zone di crisi, scrivendo reportage e articoli per varie testate italiane ed estere. Ha frequentato un corso di peacekeeping alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
