testo e foto di Alessandro Vergari

Un nome e una storia, o meglio tante storie. Subito si pensa alla famosa guerra e a una località in Turchia, o a un epiteto non molto edificante, come ben sapeva il ministro Antonio Salandra che nei primi anni del ‘900, a chi lo dileggiava di essere “illustre figlio di Troia”, rispondeva; “ ciò che per me e patria per voi è madre.”

La cittadina pugliese ha un gioiello davvero particolare; la sua concattedrale, perfettamente conservata nella sua originale architettura romanica.
Quello che colpisce di più è la facciata, impreziosita da un rosone davvero elaborato e con una caratteristica particolare e quasi unica; ha 11 spicchi. Facile dividere i 360 gradi in 12, più difficile in 11, anche perché non viene un numero finito; 32,72 periodico. Ma tutto ha un significato, soprattutto nell’arte romanica e il mistero è presto svelato: le colonnine rappresentano i 12 apostoli meno 1, il solito Giuda.

Il rosone non è solo questo: perdetevi a rimirare i singoli spicchi, ognuno un merletto diverso dall’altro.