Testo e fotografie di Luca Giorgi

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Trapani in un fine settimana anonimo, accompagnati dal suo instancabile vento caldo.
“La bellezza della città dovete vederla dalle terrazze! Salite, salite! Dopo mi saprete dire!”, dice un signore del luogo invitandoci a visitare la sua terrazza.
Da lassù, tra mare e cielo di un’azzurro come solo al sud si vede, cupole di chiese di una cultura araba, sorella della città, fanno da contrappunto ai tetti scalcinati delle case, alle antenne, alle parabole.
Attraversiamo il centro storico e arriviamo nella parte più ad ovest della città; seduti su di un muretto, scaldati dal sole, sono i sensi a far da padrone: l’odore di pesce e salmastro del mercato, le case dei pescatori, modeste con i muri mangiati dal sale e dal vento del mare, le grida dei gabbiani e i loro voli acrobatici. Il tutto scandito dal ritmo lento, contemplativo di questa falce di terra abbracciata da due mari che guarda alle isole di Ulisse.

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