Testo e foto di Letizia Sgalambro

Giorgio Lotti ha iniziato a lavorare pochi anni prima della mia nascita.

Forse è per questo che la sua mostra Viaggio nel ‘900 – in corso fino al 15 Novembre prossimo – mi ha così tanto affascinato, perché ripercorre attraverso le immagini i ricordi della mia vita, gli avvenimenti politici e sociali, ritraendo con maestria le espressioni più intime di molti suoi protagonisti.

Gli scatti di Giorgio, semplicemente si contemplano. Così scrive Massimo Donelli nella prefazione al libro a lui dedicato che funge da catalogo della mostra. E realmente mi sono trovata un sabato pomeriggio a girare tutta sola fra le celle dell’ex carcere mandamentale di Bibbiena, dove ora sorge il Centro Italiano della Fotografia d’Autore, contemplando delle immagini che sembrano vive, tridimensionali, che trasmettono l’immediatezza del momento, facendomi tornare con l’emozione all’epoca in cui sono state scattate.

Giorgio Lotti ha lavorato per anni per Epoca, una delle riviste italiane che più ha dato valore ai reportage fotografici stampati su carta lucida.

La mostra non è raccontata cronologicamente ma con una struttura tematica: ogni cella ha un suo tema che spazia per più di 50 anni di storia. 

Le grandi tragedie italiane: dall’alluvione di Firenze del 1966 ai terremoti di Friuli (1976) e Irpinia (1980), la crisi di Venezia a causa dell’incuria e dell’inquinamento.

Gli intellettuali colti nelle loro espressioni più vere: Ungaretti di fronte allo sbarco sulla luna del 1969, Montale che riceve la notizia della sua vincita del Nobel, Alda Merini, artisti come Pavarotti, Carla Fracci, Luciana Savignano, Enzo Tortora, Vittorio Gassman, Albero Sordi, Mina. 

I funerali: Padre Pio, Paolo VI, Winston Churchill. 

I politici: Berlinguer, Yasser Arafat, Aldo Moro, Michail Gorbaciov ospite da Berlusconi, Craxi, Maroni, Romano Prodi. Nessuno di loro è mai in posa, a parte Zhou Enlai, primo ministro cinese nel 1973, la cui foto è diventata la sua foto simbolo, diffusa in milioni di copie in tutto il mondo.

Oramai il ‘900 è il secolo passato, fa parte della storia, ma è una storia così recente che fa nascere tenerezza a ricordarla, e per ogni foto e ogni momento si prova il brivido di entrare nel mondo dell’altro e di aggiungere qualcosa in più rispetto alla memoria che ne avevamo.

La mostra è aperta tutti i giorni, mattina e pomeriggio. Bibbiena ospita anche una mostra a cielo aperto fra le strade del borgo, offrendo scatti di famosi fotografi che vale la pena andare a osservare.