Testo e foto di Marco Marcone

All’interno delle rovine di un bellissimo teatro del 1919 a l’Habana Vieja, più di due dozzine di giovani dai 6 ai 18 anni portano avanti con entusiasmo la loro formazione nel circo. L’unica attrezzatura visibile all’interno, oltre agli oggetti di scena per gli esercizi di equilibrismo, è un pezzo di moquette utilizzato come tappeto. 

Nonostante la luce del sole filtri attraverso i fori nel tetto che è posto quattro piani più in alto, la scuola è felice di avere finalmente una ambiente tutto suo dopo nove anni di pratica in parchi e spazi temporanei.

Ho avuto il privilegio di visitare questo luogo lo scorso novembre, quando ricorrevano i 500 anni di fondazione dell’Avana. All’interno dell’edificio si vive un’esperienza coinvolgente: un’esplosione di passione, determinazione e dedizione trasmessa dai giovani aspiranti circensi mentre si cimentano instancabili in continue contorsioni, acrobazie, evoluzioni e fluttuazioni. L’energia, la passione, l’impegno, la maestria nell’esecuzione degli esercizi nonché la complicità sono i “veri abiti di scena” indossati dai giovani cubani che contribuiscono in modo determinate a rendere questa esperienza spettacolare e magnetica.

La scuola offre la possibilità ai bambini che amano le arti circensi di realizzare i loro sogni e l’obiettivo di diventare artisti professionisti del circo. In questo modo, possono aiutare le loro famiglie ad andare avanti, e inoltre hanno l’opportunità di viaggiare e conoscere il mondo attraverso la loro arte.

Sull’Autore

Dal punto di vista visivo, a colpire maggiormente l’osservatore sono il paesaggio che l’autore descrive con grande senso estetico. L’espediente espressivo del bianco e nero accentua questo aspetto estetico e compositivo, tanto da rendere ancor più caratterizzante l’intera sequenza. Le immagini che l’autore realizza descrivono con puntualità e grande espressività il ritmo delle giornate a loro volta scandite dai riti dell’approvvigionamento, dai rapporti familiari e dal territorio in cui vivono. L’approccio con cui Marco Marcone sviluppa il suo racconto per immagini rivela una netta vicinanza all’antropologia culturale, disciplina che studia le differenze e le somiglianze tra i gruppi sociali, tra i loro stili di vita e di pensare. In questa prospettiva ciò che interessa il suo sguardo sembra essere la quotidianità, le abitudini e i contesti della vita privata.

Michela Frontino (Photo Editor Il Fotografo)

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