un invito convinto al Circuito Off di Fotografia Europea in via Roma a Reggio Emilia

Un vulcano dentro l’Hotel City, marines in erba al parco, la pianista che suona un mobile buffet e la macchia mediterranea alla lavanderia a gettoni. Queste e altre visioni lungo via Roma, per uno degli off più attesi, originali, partecipati di Fotografia Europea a Reggio Emilia che quest’anno ha per tema “La via Emilia, strade, viaggi e confini”.

Ma “Questa non è la via Emilia”, precisa il titolo del circuito di circa 50 mostre voluto, studiato e costruito in sei mesi di lavoro collettivo dagli abitanti del quartiere più popolare, multietnico, sorprendente della città emiliana. Un luogo storico, abitato nel secolo scorso da operai e povera gente, il “popol giöst”, il popolo dei giusti che scriveva sui muri di volere la neve per poter lavorare almeno spalando e si era inventato un dialetto parlato alla rovescia per farsi capire solo da chi voleva.

Da venerdì 6 maggio se capitate da queste parti mettete da parte le mostre ufficiali del festival per momenti meno affollati (saranno aperte fino a metà luglio), “lasciate la via maestra e prendete la strada sbagliata”. Una sedia fucsia vi inviterà ad entrare in case private, cortili, negozi, botteghe, gallerie per scoprire le sorprendenti foto e installazioni di artisti provenienti da tutta Europa e anche dalla Cina.

Come Rui Wu, che con Gilli Spreafico ha dato vita a Milano a t-space, spazio espositivo e studio fotografico. La loro installazione, nel magico negozio di antiquariato Phidias Antiques, accosta gli oggetti più antichi a stampe plotter e vasi pregiati e le foto riflettono la propria immagine in specchi del secolo scorso.

foto rappresentativa Rui Wu Giulia Spreafico

Marco Verdi e Nicola Domaneschi raccontano la vita ostinata nelle baracche lungo il Po: pescatori, selvatici, esuli come alcuni abitanti dell’Hotel City dove Reggio Emilia accoglie in questi mesi alcuni profughi e che presterà i suoi spazi in apparenza dimenticati ma in realtà pullulanti di vita a un’installazione di fogli di grande formato applicati alle pareti e stampe fine-art.

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Simona LuchianQuesto vecchio albergo trasandato e trasognato è un po’ il cuore degli spazi espositivi della via e qui è d’obbligo passare nel week end di apertura 6-8 maggio perché in una sua stanza crescerà lentamente, in meno di 72 ore, un vulcano bianco e illuminante – spento e vivo contemporaneamente –, modellato da Simona Luchian. Dal suo cratere emergerà come magma un’immagine, uno scatto fotografico che anticiperà la sua immediata distruzione e ne eternerà la bidimensionalità.

E sempre all’Hotel City la pianista contemporanea svizzera Karin Jampen, suonerà un buffet anni Settanta dalle foto di Gianluca Groppi. La sua Suite Suisse è un sogno e un omaggio a una musica che diventa luce e colore.

Di sera spostatevi dalle stanze d’albergo al cortile di uno dei più bei palazzi della strada, al n. 22, per scoprire con le pile elettriche i bambini di Francesco Faraci, ostinato e amoroso aedo delle periferie palermitane che ha vissuto in via Roma per una settimana in residenza d’artista e ha seguito alcuni ragazzini del quartiere nelle loro imprese da marines, sotto lo sguardo divertito dei rifugiati scampati dalle bombe.

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Questa strada “sbagliata” ti segna forse per un po’ o forse per sempre: un’altra artista che ha trascorso qui alcuni giorni di residenza, la padovana Claudia Fabris, presenta alla lavanderia a gettoni al 46/d gli scatti di residenti e amici che si sono dati appuntamento in questo luogo di transito del quartiere dandosi gioiosamente alla macchia mediterranea. Vino, olio e ragù su magliette e camicie di eroi quotidiani del buon mangiare e del bere bene.

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E se al momento di andare verrà la malinconia, salutate via Roma e il suo popolo salendo sul terrazzo del n. 39 e imprimetevi negli occhi le Polaroid della bolognese Irene Fenara che raccontano un lungo trasloco come viaggio di spaesamento. Un lento svuotamento attraverso diverse temperature e stagioni, raccontato grazie alla capacità delle nuove pellicole Polaroid di sviluppare colori differenti in base al caldo e al freddo, rendendo visibile l’invisibile: le foto di gennaio sono blu, quelle di giugno rosa. Scoprite il colore di questo felicissimo maggio e portatelo nel cuore.

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Questa non è la via Emilia – Fotografia Europea in Via Roma #fe16viaroma

dal 6 al 15 maggio 2016

Il programma completo è scaricabile qui.