“Little Boy was quite lost. He had no idea who he was or where he had come from. Grown Boy came into his own voice and let loose his word-horde pent-up within him”.

Così inizia Little Boy, l’ultimo romanzo, autobiografico, di Lawrence Ferlinghetti che oggi compie cento anni. Nelle librerie USA è già uscito da qualche giorno, pubblicato dall’editore Doubleday, grazie alla mediazione dell’amico e agente storico Sterling Lord, che di anni ne conta appena novantanove. In Italia il libro, scritto in terza persona, senza paragrafi o punteggiatura convenzionale, uscirà a settembre per le Edizioni Clichy di Firenze, tradotto da Giada Diano.

A San Francisco si celebra il “Lawrence Ferlinghetti Day” con documentari, feste, mostre fotografiche e pubbliche letture.

Per festeggiare Lawrence, Erodoto trascrive una poesia da Scene Italiane. Poesie inedite, (traduzione di Lucia Cucciarelli, minimum fax, 1995), scritta da Little Boy durante uno dei suoi viaggi in Italia. Sempre di Ferlinghetti la litografia Couple in Boat, del 1996.

 


The light

Couples on the boat to the Isola di Giglio
in the Tuscan arcipelago
wrapped around each other
Wath does he see in her And her
in him
– He strokes her leg
She loves him
Wath a look
I love you
It’s a mistery
It continues
There’s an old pescatore watching them
He wishes he were him
Obviously he’s come a long way
The fisher with his face like Sicily
With his hands like crabs
He would like tohaul her in
But his net already has too many fish in it
He’s already hauled it in
too many times
with big old ones and little ones
stuck in the net
his famiglia
Still he eyes the Venus on the hook
as if it were his
as if he had caught it
and didn’t quite know
what to do with it
It’s the eternal mystery
Fat legs she has
but a face from a Greek coin
the light of Greece in it
Ah yes
that’s it the light in the eyes
in site of all
fat legs and dim brain
tuttavia
It’s the light that counts
the light that attracts the fish at night

 

La luce
Coppie sulla barca diretta all’Isola del Giglio
nell’arcipelago toscano avvolte l’una nell’altro
Cosa vede lui in lei
e lei in lui
– Lui le accarezza una gamba
Lei lo ama
Che sguardo gli lascia cadere
Ti amo
È un mistero
Che continua
C’è un vecchio pescatore che li guarda
Lui vorrebbe essere lui
Ovviamente è venuto da lontano
il pescatore con il volto come la Sicilia
le mani come granchi
Lui vorrebbe afferrarla
ma la sua rete ha già
troppi pesci
Lui l’ha già tirata
troppe volte
con prede grandi vecchie e piccine
impigliate nella rete
la sua famiglia
Eppure guarda la Venere all’amo
come se fosse sua
e non sapesse bene
cosa farne
È l’eterno mistero
Le sue gambe sono grosse
ma il suo viso è da moneta greca
ha la luce della Grecia
È proprio così
la luce in quegl’occhi
nonostante le gambe grosse
e la testa sciocca
tuttavia
È la luce che conta la luce
che attira i pesci di notte.