Un altro live di “Geografica. La didattica della meraviglia”. Siamo partiti a giugno con la geografia e la narrativa di viaggio, poi a ottobre abbiamo chiacchierato con una viaggiatrice, scrittrice e docente di geografia e ora a dicembre ci siamo soffermati a raccogliere le parole fin qui emerse della geografia interiore.
Quali sono? I nostri sono suggerimenti, da quattro chiacchiere tra amici perchè le parole della geografia interiore sono assolutamente personali. Le forgia la vita, le suggeriscono le esperienze, le ferma dentro di noi il sentire dell’anima. Ma sono fondamentali accanto al linguaggio oggettivo delle definizioni dei libri di testo che ci organizzano il mondo. Poi ognuno di noi le sistema in base al suo sentire.
Quindi percezione, emozioni, curiosità, immaginazione, interpretazione, inclusione.
Leggere i grandi autori, come Italo Calvino ne “Le città invisibili”, aiuta questo processo maieutico di consapevolezza del nostro stare al mondo. Così come meditare su qualche pagina di autori amici di Erodoto 108, come Tito Barbini e Paolo Ciampi. Oppure riflettere sugli articoli della rivista cartacea di Erodoto 108, formidabile materiale di autoaggiornamento esperienziale ed emotivo per tutti i docenti di geografia. E poi appunto pensare e trovare il nostro modo di “Raccontare la geografia” come abbiamo fatto noi quattro, Agostino, Tito, Paolo ed io, provenienti da strade diverse, con competenze diverse, ma uniti nella ricerca di visioni per gli studenti oltre il confine statico e un po’ arido dei manuali scolastici tradizionali.
Come ha detto Tito ci piace crederci autori un po’ rivoluzionari perchè in fondo chi ama viaggiare ama valicare i confini.
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