Testo e foto di Andrea Semplici

Duino, secondo giorno.

Sorprendo Dimitri, il più piccolo, alla grancassa. Riesco a domarla con la saggezza di un gigante.

I percussionisti non riescono a stare fermi. Devono battere qualcosa, devono muoversi. Suonano qualunque cosa tocchino e se non hanno un legno o una pietra a portata di mano, si battono le mani sul petto. Le fotografie non rendono omaggio ai movimenti ondeggianti dei loro corpi. I percussionisti mi appaiono come giocolieri.

Una sola arpista. Solitaria. Nella sua stanza. A sei anni, Francesca si imbatté in una ragazza che suonava l’arpa. Decise che avrebbe provato a suonarla anche lei. Cominciò a nove anni. E’ uno strumento di fatica. Altro che leggiadria. Bisogna avere dita di acciaio, i calli vengono sui polpastrelli. E stare attenti ad evitare il colpo di frusta di una corda che si spezza. Giuro: non scriverò più ‘angelico’ del suono di un’arpa. E’ magnifico. Francesca suona solo per me.

Imparo: un’arpa ha sette pedali e quarantasette corde.

Chiedo al maestro della tromba come ci si accorge del talento. ‘Lo abbiamo tutti. Dobbiamo scoprire dove. Poi è necessaria la folgorazione’. La ragazza che suonava l’arpa davanti a una bambina di sei anni, appunto.

Devo avere pensieri strani se mi sveglio al mattino e ascolto Density 21.5, caposaldo della musica per flauto. Poi ‘Ackowledgement’ di Coltrane. Quasi pronto per scrivere un noir alla Izzo, insomma. Va bene, come non detto, vado a camminare sul sentiero di Rilke e guardo il mare. E di fronte al mare ‘la bellezza è un’idea semplice’. Fabio sarebbe orgoglioso di me. Tranquillo, amico mio: la musica colpisce un punto del corpo che ancora non ho individuato (cambia di continuo), ma poi si disperde: mi prendo una pioggia di gocce immense e un sole che scintilla, vorrei tenermi addosso quest’acqua. A sera, mi arrendo a Vecchioni: ‘Ma dammi indietro la mia seicento/i miei vent’anni e una ragazza che sai tu’. Anche i ragazzi fanno karaoke alla luce del bar Mickey Mouse chiuso.

I trombonisti vanno a fare esercizi di respirazione al mare. Ci devo credere?

Prendo appunti: ‘L’orchestra fa la sincopa e tu sei l’assolo là in mezzo’. Insiste: ‘Sei solissimo, là in mezzo darai il tuo colpo’. E’ il piano per svaligiare una banca alla vecchia maniera? Come ci si sente durante un assolo mentre gli altri fanno sincopa? (nemmeno wikipedia, vivaddio, mi spiega)

Non ho risposta alla domanda: come si fotografa la musica? A volte vorrei vedere le note uscire da una tromba. Il sassofono mi guarda con aria sconsolata e ammiccante. Lui, per ragioni di età, non può far parte dell’orchestra (non si può fare un’aggiunta agli spartiti? Vuoi tenere fuori Coltrane?)

Da dove esce il suono dell’arpa? la cassa armonica poggia sul corpo dell’arpista. Francesca diventa cassa armonica.