Testo e foto di Angela Mori.

SDC17315

Lettere dal Giappone è un progetto letterario e fotografico che vede come protagonista Angela Mori in un taccuino “a puntate” in cui emergono piccole impressioni, scene e storie di viaggio attraverso la terra del sol Levante. “Un mondo perfetto” è il suo terzo racconto per Erodoto108.

Ha accostato l’auto ed e’ scesa.

Sicura di se ha attraversato la strada e si e’ avvicinata alle cassette esterne al negozietto che esponevano frutta e verdura e con piglio deciso, ha preso un sacchetto di patate.

Ha riattraversato la strada ed ha aperto il bagagliaio dove, con gesto rapido, ha riposto “la refurtiva”.

“Eccola!”, mi sono detta, “colta in flagrante”.

“Adesso posso sfatare il mito che in Giappone non si ruba” ho pensato. Non avevo ancora finito di dire questa frase che ho visto la signora prendere la sua borsa dall’auto e riattraversare la strada per dirigersi nuovamente verso le cassette in esposizione. Accanto, su una mensola c’era un scatolina laccata che ha aperto e nella quale ha messo i soldi.

Ha riattraversato la strada,  e’ salita in auto e se ne e’ andata.

Io sono rimasta di sasso.

SDC17453

In Giappone le persone hanno una fiducia estrema nel prossimo che le porta ha lasciare la merce esposta fuori dal loro negozio, certi che nessuno la rubera’. Questa scena si e’ consumata in un paesino di campagna, ma anche nella grande metropoli, si puo’ assistere a scene straordinariamente fuori dalla nostra portata mentale.

A Tokyo, vicino all’appartamento dove alloggiavo, c’era un negozio di piante e fiori. I vasi erano talmente tanti che quando la sera chiudeva, evidentemente, non avendo spazio all’interno, il proprietario lasciava decine e decine di piante grasse, dracene e benjamin, sui vari livelli di esposizione all’esterno, sull’ampio marciapiede, protette da una piccola rete di plastica che aveva piu’ il sapore di un abbraccio materno piuttosto che di una recinzione per difendere la proprieta’ privata, tanto che, se uno passando allungava un braccio, avrebbe potuto tranquillamente portarsi via di tutto.

Sconvolgente.

Mi piacerebbe sapere quali sono i reati che commettono i giapponesi e qual’e’ l’entita della pena che viene inflitta per chi commette un furto.

Il rispetto delle persone e soprattutto della collettivita’ e’ l’aspetto piu’ bello che questo popolo esprime.

In venti giorni non ho mai sentito squillare un cellulare. Mai. Nessuno parla al telefono per strada, ne’ in autobus, ne’ in treno, né in metro. Nessuno.

Addirittura su alcuni treni ho visto delle cabine adibite proprio a questa funzione: permettere alle persone di telefonare senza disturbare gli altri.

Un mondo perfetto.

Troppo per me.

SDC17567

 SDC17553

———————————–

SDC11036

Angela Mori

Viaggiare è faticoso. Non mi piace fare lo zaino. Quando si avvicina la partenza vorrei scappare. Non mi piace neanche scrivere. Ma quando parto poi, provo un senso di ebbrezza che mi fa dimenticare tutto e inviare  agli amici delle lettere, raccontando quello che vedo, gli incontri che faccio e l’emozioni che provo, mi riscalda il cuore. E anche a loro.
Tra un viaggio e l’altro, lavoro come custode in un museo…e il viaggio continua ogni volta che individuo un visitatore straniero in sala e cerco di capire da quale parte di mondo proviene.
Tutto ciò che è distante culturalmente da me mi affascina.
Ho 48 anni, collaboro con l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, Associazione EST (Educazione, Solidarietà, Terzomondo) e  AIDIVI onlus (Associazione Istruttori Disabili della Vista).