(foto di copertina di Luca Nizzoli Toetti)
La morte di Gianni Berengo Gardin. 94 anni. ‘Voleva fare solo foto buone’

Ricordo di Vittore Buzzi
Gianni era un acuto misuratore, le macchine fotografiche, le foto scandiscono il tempo. La sua lunga carriera gli ha permesso di guardare e di vedere i grandi cambiamenti avvenuti nello spazio di un secolo. Ligio alla sua etica ha amato la fotografia, quella chimica con la grana e le sbavature, i bianchi e neri che riducendo la complessità del reale, mai in modo banale, davano una possibile chiave di lettura o almeno un senso di accettazione nei confronti di un mondo sempre più veloce e complesso. Mancherà la sua ironia e la sua schiettezza. Fu il primo maestro da foto amatore, seppe indirizzare i miei passi nel complesso e stratificato mondo della fotografia. Ci vedevamo raramente e ormai ancora più raramente parlavamo. Il suo archivio sarà un campo di studi per storici e sociologi. Piano la vecchia guardia della fotografia svanisce, sostituita da miliardi di immagini belle ma poco utili. Come diceva Mulas le foto si dividono in due sole categorie quelle BUONE e quelle no e Gianni voleva fare solo buone foto.

Vittore Buzzi, 58 anni, milanese, fotografo, storyteller, fotogiornalista. Comincia a fotografare nel 1992. Non ha ancora smesso. Ha studiato fotografia con Roberta Valtorta, ha vinto prestigiosi premi internazionali di fotografia di ricerca e di reportage. Fra cui, nel 2013, un World Press Photo. Fotografa matrimoni sul lago di Como. Bellissimi i suoi ritratti. Insegna all’Accademia di Firenze.
