Testo e foto di Francesco Rotondo

QUINDI E’ COSI’ CHE SI MUORE ……

Buio. E’ tutto buio. Silenzio. Nessun rumore.
Il respiro, sento solo il rumore del mio respiro.
Dicono che quando stai per morire puoi rivedere velocemente tutti i momenti della tua vita, i tuoi ricordi, ma io no, non vedo nulla! Tutti abbiamo bisogno di ricordi e io non riesco a capire neanche chi sono e dove sono. Un vortice, ora la luce mi investe, non riesco a respirare. Un sibilo forte, più forte mi entra nel cervello. La testa sta per esplodere , un rumore infernale poi un urlo che si trasforma in pianto. Ora la luce riempie i miei occhi. Sono vivo!!!!!
Sono sdraiato su un lettino, una luce molto forte e calda entra dalla finestra. Silenzio. Un silenzio irreale. Sono legato al letto con dei legacci di cuoio, ma sono vecchi e usurati, riesco a romperli facilmente. La stanza è vuota, l’intonaco dei muri staccato. Esco dalla stanza ma lo scenario non cambia. Questo posto cade a pezzi. Ci sono dei disegni strani sul muro.
Sono qui da solo a girare da una stanza ad un’altra percorrendo dei lunghi corridoi. Porte, tante porte lungo questi corridoi come a suggerirmi che lungo la strada ci si può anche fermare per vivere, ma la luce in fondo è un richiamo troppo forte, irresistibile! Sono confuso, cerco un modo per mettere ordine nei miei pensieri. Devo concentrarmi. Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente, devo credere che le mie azioni abbiano un senso, anche se non riesco a ricordarlo, tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo. In fondo, dietro a una porta socchiusa un occhio, è di una donna. Poi avanzando riesco a scorgere il viso di quella donna ma i suoi occhi sono diversi l’uno dall’altro. Tra le rovine di una vita il volto di quella donna dalla doppia anima. Chiudo gli occhi per ricordarla com’era, frammenti che si fanno sentire, anche se non vorresti, li metti insieme e ritrovi il sapore di una persona e capisci quanto ti mancano, i frammenti non la persona. Quante immagini su quei muri, momenti di vita che affiorano alla rinfusa, senza ordine ma con un senso preciso. Incubi vissuti che rivivono procurandomi dolori al ventre. Poi le scale verso il basso. Per continuare a vivere. E dopo il buio la luce, accecante.

“Non puoi decidere chi sarai, ma puoi decidere cosa non sarai”.

Ora ricordo questo posto e perché sono qui. Trovo un piccolo mobile in ferro dentro tante schede, tutte uguali. C’è anche la mia: “Schizofrenia paranoide: 300,3 * Stravagante, poco socievole. Da qualche anno crede tutti disonesti fuorché se stesso. Delirio persecutorio. Ricoverato per un tentativo di suicidio e grave agitazione psicomotoria. Scrive sproloqui.” Questa è la mia diagnosi, così c’è scritto. Sono ormai 23 anni 6 mesi e 8 giorni che sono rinchiuso qui dentro, conosco la pazzia meglio di chiunque altro e comincia a piacermi.

ALICE20

Foto di Francesco Rotondo

Da piccolo avevo un sogno che ho portato avanti per tutta una vita: allevare i grilli fuori stagione per poi poter sentire, anche d’inverno, il rumore dell’estate. Forse è per questo che sono finito qui dentro.
Ora sono più calmo, stanco ma calmo, mi seggo su una delle poltrone ad aspettarvi. So che presto verrete qui, ad osservare questo posto ed i suoi abitanti, ad assicurarvi che le sbarre alle finestre abbiano resistito al passare degli anni, che le porte siano ben serrate, che nessuno di noi sia riuscito a fuggire. Volete accertarvi che le vostre coscienze siano pulite. Volete essere sicuri che nessuno di noi possa bussare alla vostra porta per ricordarvi cosa siete. Sono sempre più stanco, mi aiuto ora con una sedia a rotelle per spostarmi da una stanza ad un’altra poi all’improvviso un rumore, siete arrivati! Mi piace osservarvi, vi riconosco, ci siete tutti, uomini e donne, belli e brutti, vivi e morti, ci siete propri tutti. Ognuno di voi mi ha aiutato ad aprire le porte della percezione che mi hanno portato fin qui. Ormai non potete più vedermi e io ne approfitto per osservarvi da vicino, da molto vicino, dal di dentro. La cosa mi diverte …… si quanto mi diverte ………. come siete buffi …….… poveri……… impauriti …….. fate quasi tenerezza ……. Beh ora non esageriamo, siete sempre e solo dei bastardi!
Mentre ci guardate, per tranquillizzarvi, vi ripetete “non siete veri, siete solo immagini di un film dell’orrore”. E’ questo il segreto che usate per non deprimervi. La vostra coscienza è a posto e continuate a fare cose orrende per poi dimenticarle, commettete atrocità e poi in un attimo le scordate. Vivete sempre un passo indietro rispetto al gruppo come ad aspettare un ordine da eseguire ed essere così certi, di non sbagliare.
Io al contrario sono come un film concepito per essere visto sia dall’inizio che dalla fine senza che questo cambi il senso. Sono un enorme labirinto. Lo puoi percorrere per una vita intera …….. non se ne esce !

SERAFINI RAFFAELE – 19.12.1888 ORE 19.00 – 21 GRAMMI