Si trova a due minuti dalle acque del Talvera, il Museion di Bolzano ospita fino al 10 gennaio la prima personale italiana di Cerith Wyn Evans. Gli astri e il loro moto sono l’oggetto del lavoro dell’artista inglese che da sempre si è dedicato a lavori con la “luce“. La nuova produzione è presentata insieme a lavori già esistenti, come le colonne luminose e diverse installazioni con il neon e sonore. Un viaggio sensoriale tra diverse temporalità, tra le cose non dette e intraducibili e quindi come un omaggio all’indefinibile e all’impercettibile. Fino al 7 gennaio 2016 il Museion ospita anche il progetto di Maurizio Nannucci, Top Hundred, cento opere scelte tra multipli, edizioni, libri e dischi d’artista, video, riviste, documenti ed ephemera di cento protagonisti della scena internazionale dell’arte dagli anni Sessanta ad oggi, provenienti dalla collezione di Zona Archives da lui iniziata nel 1967. Un lavoro sull’idea di riproducibilità dell’opera d’arte, quel concetto che già Walter Benjamin aveva indagato giusto nel 1936, poco prima di morire. Nannucci indaga le tendenze, dalla poesia concreta a fluxus, dall’arte concettuale alle ricerche sperimentali e multimediali fino ai recenti orientamenti artistici degli anni duemila.
Top Hundred è in collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze, che la ospiterà ad inizio 2016. Per l’occasione viene pubblicato un catalogo con testi di Andreas Hapkemeyer, Maurizio Nannucci, Letizia Ragaglia, Alberto Salvadori.

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