di Domenico Scarpino

locandina

La narrativa è un ponte tra gli uomini e il ponte è un viaggio lungo un secolo.

Un dattiloscritto, 1027 pagine, scritte in circa sette anni da un “inafabeto”. Interlinea zero, nessun margine laterale, nessun margine sotto, nessun margine sopra, alla fine di ogni parola un punto e virgola. Il flusso della vita che si fa narrazione. Un solo tema: La fame. Fame atavica per la quale la vita si fa disperata e “male tratata”, e fame di conoscere, di imparare, nonostante la lotta quotidiana e spasmodica per la sopravvivenza.

Vincenzo Rabito ha scritto la sua vita e Costanza Quatriglio ne ha ricavato un bellissimo documentario. Ha reso meravigliosamente il flusso narrativo di Rabito. Tutto si muove nel racconto. I luoghi della Sicilia dove il protagonista ha vissuto sono descritti facendoli percorrere dalla macchina da presa in un continuo itinerario di scoperta. La camera non è mai ferma come mai ferma è la vita. Anche le numerose immagini di repertorio che raccontano la Storia con la “S” maiuscola, mutuata dalle parole di Vincenzo, non sono mai cartoline fine a se stesse, si ha sempre la sensazione di qualcosa in evoluzione, di qualcosa che sta per succedere e che, inevitabilmente, succede. L’inquadratura dello scritto originale che viene fatto scorrere a velocità crescente, sottolineata prima dalla narrazione e poi dal rumore della corsa del treno, è un’idea semplice ma con una forza narrativa e evocativa che vale la visione del documentario.

La narrazione di Vincenzo Rabito è un’epica se lo scopo dell’epica è stato quello di fissare e trasmettere un sapere che altrimenti sarebbe andato perduto. Il “Che belle ebiche hanno capitato tutta questa gioventù…” con cui si chiude il film è, in questa ottica, uno straordinario richiamo alla facilità di accesso che abbiamo oggi a questo sapere e forse un monito a farne uso affinché quella in cui viviamo resti “una bella ebica”.

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voltoDomenico Scarpino
Sono videomaker e sceneggiatore. Realizzo cortometraggi di fiction e video a carattere sociale. Cerco di coniugare la “meravigliosa” passione per la narrazione ad una caparbia velleità da cineasta. Il tutto condito con un “malsano” interesse per le tecnologie audiovisive.