Testo e foto di Marco Turini

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Il cimitero di Dublino sorge a poca distanza dal centro cittadino. È una “città dei morti” poco dimenticata. Anzi è molto viva e partecipata tanto che la prima cosa che si nota appena si entra nel complesso è la grande e affollata caffetteria del cimitero. Che gli Irlandesi siano molto generosi con i propri defunti non è un mistero. Fa parte della loro identità. Numerosi volontari  aspettano all’entrata i visitatori per introdurli alle tombe degli illustri ospiti del luogo, c’è grande affluenza di turisti e di scolaresche locali. Il cimitero in questo caso è diventato un simbolo. Simbolo di una resistenza che non si è mai assopita, pronta a risorgere al momento giusto. Perché le ferite non si ancora rimarginate. In verità non lo sono mai state. OLYMPUS DIGITAL CAMERA

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La storia d’Irlanda è la storia di un’indipendenza conquistata con il sangue. Dai tempi dei normanni a quelli del “protettorato” inglese. Prima la caduta economica e sociale dopo l’agognata indipendenza dagli Inglesi. Poi la ricrescita ed il boom economico fino alla crisi finanziaria degli anni 2000 che tutt’ora rimane ancorata a tutti i settori.

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Torniamo al cimitero. Chi sono questi nomi così importanti? Basta parlare di Valera Éamon de Valera  un politico e patriota irlandese, tra le figure di spicco della lotta perl’indipendenza dal Regno Unito e uno dei padri della repubblica d’Irlanda.  E naturalmente Micheal Collins, un personaggio importantissimo della Guerra d’indipendenza del Paese e non solo. Certamente non si possono dimenticare neanche le decine di centinaia di studenti, operai e cittadini, che hanno deciso di “combattere” per la libertà rinunciando alla propria vita nelle prigioni di Stato. Lasciati morire di fame, letteralmente. O di botte in altri casi. Se pensiamo che la fucilazione dei manifestanti durante la celebre “Bloody Sunday” è avvenuta nel 1972. Cioè Ieri. Questa strage rappresenta solo uno degli eventi più eclatanti fra le centinaia di omicidi ed aggressioni che avvenivano da entrambe i lati delle barricate. Gli Irlandesi hanno affrontato i loro stessi concittadini in nome di un’indipendenza economica e politica.

La tomba di Valera Éamon de Valera

La tomba di Valera Éamon de Valera

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La tomba di Micheal Collins

La tomba di Micheal Collins

Si legge fra le file di tombe di un paese ancora in guerra, sopratutto con se stesso. Basta camminare pochi passi per notare diverse lattine di birra incastrate fra le lipidi. Una siringa ed test di gravidanza giacciono abbandonato in una cripta vuota. Il cimitero ospita anche i vivi, gli emarginati. Lo strato sociale più debole che non riesce più a lottare contro un nemico invisibile, quello della la crisi radicata profondamente nella società irlandese. E c’è chi si lascia abbandonare fra le strade come immondizia.

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Se visitate Dublino pendere l’autobus n°4 da Trinity College e superate le strade affollate . Lasciatevi ispirare dal canto sordo di queste lapidi. Sentirete i violini ed i mandolini suonare a tempo di folk popolare. Non sarà un canto troppo triste, ma una inno di ribellione e di fierezza. Di gioia e di amarezza allo stesso tempo.  E allora dovrete prendere una posizione e decidere da che parte stare. Pena, l’oblio.

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