Testo e foto di Andrea Foligni

Alpi Apuane, Toscana, Italia: un territorio unico al mondo per le sue peculiarità idrogeologiche, botaniche e paesaggistiche.
Cave di marmo, Carrara e dintorni: i tempi delle «Cave di Michelangelo» sono ormai lontani.
Ogni anno da qui partono cinque milioni di tonnellate di montagna e solo in minima parte destinati all’uso ornamentale, lapideo o statuario.
Circa l’ottanta per cento è infatti costituito da scaglie e detriti, in larga parte impiegati nella produzione di carbonato di calcio, che – per le sue particolari proprietà ad un costo relativamente basso – ha un impiego industriale vastissimo: dall’edilizia allo sbiancamento della carta, nell’industria farmaceutica, cosmetica e alimentare, dentifrici, vernici, colle, detersivi, plastica, gomma, vetro, ceramica, solo per fare qualche esempio; un lungo elenco di prodotti che tutti usiamo quotidianamente.
E ogni giorno aumenta l’impatto ambientale, producendo trasformazioni irreversibili nel paesaggio.
L’ennesimo scempio, emblema delle criticità ambientali del nostro Paese, destinato a finire – se non si avranno visioni più ampie che permettano di cambiare rotta – solo quando la montagna sarà esaurita.
Insieme a tutto il resto.

Carbonato apuano
Progetto fotografico di Andrea Foligni

Inaugurazione mostra 30 gennaio ore 16,30
Sala Banti, Piazza della Libertà 3, Montemurlo (Po)
Visitabile anche il 30-31 gennaio e il 6 e 7 febbraio, dalle 16,30 alle 19,30

 

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