Testo di Domenico Scarpino.
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Buttano le cose che potevano riparare

Buttano le cose per poterle ricomprare

Chissà perché

Rio de Janeiro in Brasile, Manila e Quezon City nelle Filippine, Mazatlán in Messico, Jakarta in Indonesia, Mumbai in India, sono città complicate. Città del terzo mondo. Si trovano a chilometri di distanza e in continenti diversi ma hanno molte cose in comune. Una più di tutte. Enormi discariche con intere comunità di esseri umani che ci vivono e per i quali questa è l’unica fonte di sussistenza. Lì, spazzatura ha un sinonimo: sopravvivenza.

Anche a Palermo in Italia, primo mondo, c’è una discarica, si chiama Bellolampo e ci viveva fino dagli anni ’50 una comunità di circa 400 famiglie. Loro della Munnizza è il film che racconta la loro storia. Queste famiglie vivevano della discarica, raccoglievano i materiali, li suddividevano, li ripristinavano, li riusavano. Per molti di loro la discarica era anche fonte di pasti quotidiani. Loro sono i cenciaioli e sono parte integrante della storia urbana di Palermo.

Ma siamo in Europa occidentale, primo mondo, non si può. Si tratta di dignità umana. E li hanno fatti smettere. Li hanno cacciati dalla discarica perché non è dignitoso viverci. Però loro, i cenciaioli, non sono d’accordo, dicono di sì che la dignità ce l’avevano ed erano orgogliosi di vivere di spazzatura, di discarica. La dignità semmai non ce l’ha chi non lavora e fa affari con le speculazioni sulla vita degli altri e magari si inventa l’emergenza rifiuti dicendo che a Palermo è impossibile riciclare perché manca una coscienza civica e allora l’alternativa è solo l’inceneritore.

Loro della munnizza racconta tutto questo e molto altro. Racconta di persone che raccolgono e suddividono per poter riutilizzare. Rame, ferro, alluminio, vetro, plastica, cibo… Racconta l’umanità, la profonda dignità umana. Racconta la vita e la discarica che è vita. Racconta di “Loro” che sanno che la discarica può anche essere un luogo di smisurata poesia. E se non ci credete guardate le scene finali con le riprese di Bellolampo. Poesia.

 

maniDomenico Scarpino
Sono videomaker e sceneggiatore. Realizzo cortometraggi di fiction e video a carattere sociale. Cerco di coniugare la “meravigliosa” passione per la narrazione ad una caparbia velleità da cineasta. Il tutto condito con un “malsano” interesse per le tecnologie audiovisive.