Testo e foto di Letizia Sgalambro
Marc Riboud è stato un fotografo francese, nato nel 1923 e scomparso nel 2016.
Ha iniziato la sua carriera nel 1937, a 14 anni, e da allora non ha più smesso di fotografare.
Ha girato tutto il mondo e le sue foto hanno documentato importanti eventi storici, dalle proteste del Maggio francese, al Vietnam, alla Cina, alla liberazione dell’Algeria, alla rivoluzione iraniana…
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Per il centenario della sua nascita il Musée des Confluences di Lione (la sua città natale) gli ha dedicato una retrospettiva esponendo 100 foto per i suoi 100 anni.
Le foto, rigorosamente in bianco e nero, sono una più bella dell’altra, piene di umanità e di diversità, sia per i soggetti rappresentati che per lo sguardo adottato. Fotografie composte come se fossero quadri, con la scelta precisa dell’angolo di ripresa. Diceva: La scelta del momento giusto e della buona angolazione è un riflesso che si deve coltivare senza sosta e un buon centesimo di secondo mi regala una lunga felicità.
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E ancora: La fotografia non può cambiare il mondo, ma lo può mostrare, soprattutto quando cambia. Questo il senso del suo lavoro e del suo viaggiare, tanto da definirsi più viaggiatore che reporter, perché la spinta principale è stata sempre la curiosità e la voglia di conoscere con una particolare empatia per gli umiliati e gli umili.
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La mostra, realizzata in maniera impeccabile per enfatizzare al meglio le foto, è visitabile fino al 31 Dicembre, e l’intero Musée des Confluences vale da solo una visita a Lione, che in realtà offre tantissime altre sorprese.
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