Testo di Marco Turini | Fotografie di Sergio Leone

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8 Aprile 2013. Con un delicato film sull’Afghanistan (Wajma, an Afghan Love Story di Barmak Akram) si conclude il celebre Film Middle East Now al cinema Odeon di Firenze. Una rassegna di cinema e di arte dedicata ai paesi del Medioriente. Un Medioriente raccontato appunto attraverso films, documentari, fotografia, arte,  musica ed non ultimo il cibo.  Un Medioriente senz’altro non geografico ma più “culturale”, un’idea mentale, una visione allargata della ricchezza e della complessità di un “mondo” visto dagli occhi di chi lo vive da vicino, da chi ce lo descrive con il filtro dell’Arte e lo riporta carico di significati e di volontà di cambiamento.

Con grande coraggio e passione i registi selezionanti dalla giuria del festival hanno proposto la loro idea di Medio Oriente diffondendo così aspetti culturali inediti ed attuali, non privi di riferimenti politici e di denuncia sociale.

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Firenze, città ormai cristallizzata sulla perenne promozione del suo passato rinascimentale, è stata investita da un vento di freschezza. Per una settimana si è respirato finalmente un clima “internazionale”. Mostre pop e di fotografia di artisti provenienti dall’Iran, Libano, Afghanistan, Marocco.  Attori e registi importanti hanno “calpestato” il red carpet del Middle East Festival come Stephen Dorf co-protagonsita di Zaytoun dell’israeliano Eran Riklis, Negar Azarbayjani regista di Facing Mirrors ed ancora Daivi Jill, Youssuf Ait Mansour, Nagieb Khaja, John Slattery.  Fra gli artisti sono da citare Rana Salam, designer libanese pop, Hassan Hajjaj uno dei talenti emergenti dell’arte contemporanea marocchina e tanti altri. Firenze è stata costellata da tanti eventi “mediorientali” che hanno animato (anche contemporaneamente) luoghi diversi della città. Un “bombardamento” di arte, sapori, immagini e politica. Una vetrina importante sulle tematiche che toccano da vicino anche l’Europa contemporanea. Mondi che sembrano così lontani si sono materializzati fra le indolenti vie del centro e si sono svelati in tutta la loro forza, drammaticità e bellezza.

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L’evento è stato promosso da Map of Creation  un’organizzazione senza fini di lucro attiva da pochi anni a Firenze, ma già celebre proprio grazie a questa iniziativa. Il successo del Festival è sicuramente imputabile all’intraprendenza dei due direttori artistici del festival Roberto Ruta e Lisa Chiari che con grande sensibilità (ed una grande esperienza nella comunicazione) hanno ideato e coordinato tutto l’evento. Tuttavia il festival non sarebbe “riuscito” senza il contributo essenziale di un team internazionale di intraprendenti volontari. Molti di loro a sua volta artisti in vari campi (fotografia, cinema, design etc) hanno sostenuto il festival con grande impegno e passione. “L’anima” del Festival erano proprio loro. Alcuni di questi volontari sono originari del Libano, dell’Iran, del Marocco, della stessa Firenze o da altre parti d’Italia. Un segno tangibile della potenzialità della cooperazione, dell’altruismo e del dialogo fra le tante culture (del Medioriente e non) è stato dato proprio da queste persone. E non era neanche un film.

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Per maggiori informazioni:  www.middleastnow.it