Testo e foto di Isabella Mancini

Tutta questa luce è per me, ogni pietra illuminata solo per me.
Nessuno davanti. Nessuno dietro.
Il piede scivola sui sassi brillanti come lastre di ghiaccio scendendo giù per la via Dolorosa.
Nessun odore. Nessun rumore.
Il mercato è fermo. Salgo su, a destra, verso il Santo Sepolcro. I passi rimbombano sotto le volte di ferro che chiudono il cielo del mercato della città vecchia.
Uno, due, dieci scalini, si svolta, altre scale, si svolta nel piccolo vicolo cercando l’accesso alla chiesa degli incensi.
Passano solitarie le ombre dei gatti. Immagino di sentire l’odore acre del sangue ma la macelleria è chiusa.
Nessuno da Lalibela è venuto fin qua quest’anno a portare i suoi omaggi alla rinascita.
Ma le lancette si muovono, il tempo scorre,
Oggi Pasqua, Pesach e poi la Pasqua ortodossa. 
Poi l’estate brucerà la terra, prosciugherà i pozzi e forse anche le gole.
Che dal silenzio si rialzi la testa. Oltre alla polvere.