Silvio fugge da Bologna. Appena può cammina e pedala. O pedale e cammina. Questa volta voleva tornare a Bologna partendo da un piccolo paese della Campania. Il suo andare lo porto sempre al Sud. Viaggia con una di quelle biciclette elettriche che ti obbligano a caricarla ogni settanta chilometri. E’ partito con la pioggia…

Racconto di Silvio Di Donna

Silvio viaggia per gli incontri che i luoghi ti offrono. E’ un ciclista che fa una straordinaria ‘collezione di attimi’. Lo abbiamo convinto a condividerli con noi, con voi.

Il viaggio di Silvio è un viaggio interrotto. Disavventure, piogge e vento lo hanno messo alla prova. Ma la decisione di mettere la bicicletta su un treno e tornare a Bologna (in attesa di ripartire) è figlia anche del ‘costo del viaggiare’. I b&b sono nati dal desiderio dei ragazzi di viaggiare e condividere con la gente dei luoghi visitati qualche giorno della loro vita. L’idea era vivere assieme, fare colazione assieme, chiacchierare e lasciare in cambio una piccola somma di denaro. Il ‘capitalismo’ sa capire le idee buone e se ne impossessa: oggi i b&b sono un’industria e ‘le relazioni’ fra viaggiatore e i suoi ospiti non sono la storia più importante. E se un ciclista solitario deve pagare cinquanta euro per un letto in un b&b, rinuncia…si ferma per strada.

Alla fine, Silvio ci ha mandato gli incontri di quattro tappe.

Noi auguriamo a lui e a noi di poter ripartire. Vorremmo che si creasse un filo che consentisse incontri nello scorrere di un viaggio. Vorremmo che essere ospitati non fosse una storia di soldi.

La partenza da Casalnuovo. Silvio saluta Raffaele

Prima tappa. Atena Lucana-Spinoso

Prima tappa in solitaria. Viaggio in ebike attraverso l’Italia interna per strade piccole. Voglio raggiungere Matera, la mia Itaca. Parto da Atena Lucana, dal confine fra Campania e Basilicata.

Decido di fermarmi nel cuore della val d’Agri a caricare cellulare e batteria della bici e qui incontro un primo inatteso e inutile rifiuto della proprietaria!

“Sa con quello che costa la corrente”, si giustifica la donna.

“Signora, ma la pago”

“No, ma non è per quello”

Afflitto, abbandono l’inutile campo della controversia quasi pensando a rinunciare l’intero viaggio quando intravedo la pasticceria val d’Agri. Il pasticcere si chiama Raffaele Grosso. Mi fermo e ritento la ruota

Incontro il primo miracolo di questo viaggio nella persona dello stesso titolare.

Uomo di cultura, orgoglioso, mai sopra le righe, mai arrogante, entusiasta del suo lavoro, delle sue idee

Insomma ci incontriamo nel terreno di mezzo fra pasticceria e gelateria. Il gelato ci unisce, e questo grazie a quel precedente, inutile rifiuto.

È necessario essere migranti di gentilezza, portarla ovunque, e avere il giusto tempo affinché tale potrà incontrare altre gentilezze 

Raffaele

Seconda tappa. Spinoso-Aliano-Pisticci

Arrivo ad Aliano, nella mia seconda tappa in solitaria in tempo per sedermi ad una panchina sul vialetto principale del paesino e subito divento preda di mestr Giuseppe, mastro Giuseppe. Falegname, figlio d’arte di Vincenzo. 82 anni.

In un’oretta scarsa mi racconta praticamente gli ultimi settanta anni della sua vita da falegname. ‘Ho imparato tutto da papà Vincenzo, falegname della fine dell’800 che senza attrezzature costruiva con le mani e l’accetta i carretti dei fattori ancora tutt’oggi funzionanti ad uso esclusivo della Madonna quando esce in processione’. Giuseppe doveva chiamarsi solo Giuseppe. Scherzi del destino, ma poi papà Vincenzo poco prima della registrazione incontrò il podestà che lo impacucchiò di chiacchere sui nomi e sulle precedenze dovute a tradizioni lontanissime e si imbrogliò e lo registrò Giuseppe Luigi e tornando a casa ebbe il resto dalla moglie. Storie lontane, come lontani andavano i suoi occhi pieni di nostalgia per ogni cosa mi raccontava 

È buffo come esistono luoghi dove puoi scegliere se restare solo o stare in compagnia; se scegli di stare con qualcuno non lo devi cercare, sarà quel qualcuno che sceglie te!

Mastro Giuseppe

Terza tappa. (che non è la terza). Termoli

Arrivo a Termoli, affrancato da un comodissimo mio primo viaggio in regionale con al seguito Ronzante, la mia temeraria bici di viaggio.

Poche pedalate e arrivo al borgo antico di Termoli, con vista sul mare e trabocchi.

Mi fermo a guardare e respirare (in ordine sparso)

Non faccio in tempo a seguire la seconda risacca dell’Adriatico che divento facilissima preda di chiacchiere del tempo che fu di un simpaticissimo magrissimo vecchietto del posto.

Riporto testo integrale del suo essere prolisso di ricordi

– Come ti chiami?

– Stellato Luigi di 82 anni

– Anch’io vado in bici ma attorno il paese, non esco dal paese anche se di Campobasso sono

– A me piace più assai la bici che il mare anche se mi chiamano pesce del mare a me

– Li vedi quelle pietre (i grossi argini a protezione delle spiagge) quelle dall’88 stanno, prima no e io nuotavo da lì a li e ci mettevo un’ora e mezza

– Ho abitato prima alla Germania poi all’Inghilterra e poi alla Svizzera e ma lì iniziavo alle 5 e finivo alle 22; però ero felice (e me lo dice con gli occhi vivi)

– E mi sono fatto la casa a Termoli

– Qua venni per lavorare alla Fiat, facevo l’interprete per i tedeschi che venivano a costruire le automobbbili

– Ora però piove e me ne vado al circolo in via Sannitica

Ho il Sud nelle vene, e se chiudo gli occhi penso proprio a questo … Trovarsi senza alcuna ragione e stare

Luigi

Fra Termoli e San Benedetto ci sono novantotto chilometri. Controvento e di pioggia. E allora si pedale ancora. Fino ad Ascoli. Annotare le tappe non ha più senso, il viaggio non è una linea retta, il cammino si fa sghimbescio, torna sui suoi passi, riparte, scarta di lato…

Mattina di maggio, devo salutare Ascoli e quasi non voglio andare.Allora prendo a camminare senza alcuna direzione, forse con lo scopo di perdermi e dunque capire qualcosa di più!Tra un vicoletto praticamente chiuso e una galleria semi buia, ecco il caffè Saccaria: quasi volesse nascondersi, coltiva una sua timidezza.Esiste, ma non urla la sua presenza.Ho pensato subito alla poetessa tedesca, Nancy Sachs che ha testimoniato l’Olocausto su tanti palchi. Era sempre di spalle, tanto era predominante la sua timidezza la sua necessità di esserci senza apparire.


L’insegna semplice, con caratteri colorati e spiritosi, accompagnato da una vecchia insegna di telefono a gettoni..tempi passati, troppo sbrigativamente


Entro, mi sembra il prolungamento del salotto di Elena, la padrona.


Chiacchierano come solo due anime sole sanno fare una volta che si sono incontrate e riconosciute.La ascolto scrupolosamente, non volevo perdere nessuna parola; Elena era un fiume in piena e in quel fiume viene fuori un sassolino, un termine nuovo che ho voluto annotate…VERNECCHIA, lo si usa per indicare una persona che proprio non sa parlar male di altra persona. Questa parola mi ha trovato, mi ha sorpreso.


È stato bello perdersi, ancora una volta, e aver potuto trovare..trovare il senso enorme che abita i piccoli gesti come regalarsi un sorriso inatteso

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Non so quanto sia accaduto, il suo racconto diventa un sussurro. Capisco che Silvio si è distratto. Ha mancato il bivio per Fermo. Ed è arrivato al mare. E a Grottammare, un letto in un b&b costa cinquanta euro. Cinquanta ragioni per salire nuovamente su un treno.