
I ragazzi e le ragazze uccise a Gaza chiedono che i loro nomi, i loro volti siano conosciuti. ‘Non voglio essere una statistica’, diceva Fatima.
‘Verrò a Cannes, subito dopo tornerò a Gaza, non voglio lasciare la mia terra’.
Lo scorso maggio, Fatima Hassouna, non è andata a Cannes, era anche il mese del suo compleanno, 26 anni, fotogiornalista. È stata uccisa da un razzo israeliano che voleva colpire proprio l’appartamento dove viveva con la sua famiglia. Un’esecuzione. Il 16 aprile 2025, assieme a Fatima, sono morte nove persone. Compresa sua sorella in attesa di un bambino.
Per anno, la regista iraniana Sapideh Farsi aveva registrato le video chiamate quasi quotidiane con Fatima. Un gran lavoro di montaggio per un film dal titolo: Put Your Soul on Your Hand and Walk. Metti la tua anima nelle tue mani e cammina.
Il giorno prima del bombardamento israeliano, Fatima e Sepideh avevano ricevuto la notizia che il loro film era stato selezionato per la sezione riservata al cinema indipendente.
Fatima ha lasciato scritto: ‘Se muoio voglio una morte che scuota il mondo. Non voglio essere solo un titolo di giornale o un numero tra le statistiche. Voglio una morte che il mondo senta, un’eredità che duri per sempre, immagini immortali che il tempo non possa seppellire’.
Aveva scritto anche questa poesia:
‘Maybe I’m ushering in my death / now / Before the person standing in front of me loads / His elite sniper’s rifle / And it ends / And I end. / Silence’.
(Forse sto annunciando la mia morte / ora / Prima che la persona in piedi di fronte a me carichi / Il suo fucile da cecchino d’élite / E finisca / E finisca anche io. / Silenzio).
Le foto di Fatima sono sul suo profilo Instagram: https://www.instagram.com/fatma_hassona2/?hl=it
