Testo e foto di Tommaso Chimenti

Un muro d’acqua impressionante scende giù con violenza a scavare, a pulire, a travolgere, a spazzare via. E dentro il marasma delle cascate (le Cascate del Niagara sono le falls per eccellenza, viste da ogni angolatura in fotografie e pellicole a stelle e strisce), come un phon acceso nelle orecchie, rimbalza e rimbomba il suono, monotematico e sempre differente di un risciacquo potente che prende la rincorsa e si tuffa, che si ricarica e riparte come ariete. Ondate come schiaffi si gettano giù sulle rocce che affiorano, milioni di litri al secondo e vortici e gorghi e voragini che ti fanno pensare che l’inferno non sia sottoterra e nemmeno nel mezzo delle fiamme ma dentro i marosi, in quelle tempeste oceaniche senza sosta e senza posa dove vento e onde si impegnano per dissolvere qualsiasi cosa galleggi. Lì sotto, nella barca che ti porta a vederle il più vicino possibile, scopri quanto l’uomo sia piccolo rispetto al miracolo della Natura che (in questo caso da 12.500 anni, cioè da quando si sono formate geologicamente) se ne frega e continua nel suo perenne scivolare sulle ere: c’era, c’è e ci sarà. Noi possiamo solo fotografarla.

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Stiamo imbracati e imbacuccati nelle nostre divise (kway rosso-rosa nella parte canadese, blu in quella statunitense; è bene differenziarsi), incellofanati come merluzzi a prendere gli schizzi di questo mostro che sputa la sua schiuma dall’altezza di cinquanta metri. Sopra le onde, sembrano non accorgersi del trambusto gabbiani e cormorani che acchiappano piccoli pesci e li vedi tirar fuori il collo con delle code sguscianti che tentano l’ultimo colpo di teatro per sfuggire a quegli esperti e ben allenati becchi da presa. Una grande lavatrice che ha una sola regola, scendere a valle, come il tempo che passa, una grande clessidra dove al posto della sabbia c’è l’acqua. E noi, spettatori inconsapevoli e passivi, possiamo soltanto inchinarci a questa potenza, rispettarla ammirandola, scattando con le retine milioni di flash da portarci dentro fin quando il tempo passerà e torneremo, anche noi, acqua da scorrere.

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