settima puntata del viaggio nello storico quartiere di Bologna al di là del ponte della ferrovia

racconta e fotografa Paolo Muran

La carne è di vitello e tacchino.

La “pera” che gira e arrosola pesa 15 kg e si ricavano 180 kebab.
Ogni giorno il negozio di via Carracci smercia 1 “pera” e mezzo di carne per un totale di 270 kebab circa!
Queste sono le cifre che introducono Abuzer (non ho chiesto se è il nome o il cognome) questo ragazzo dagli occhi tristi e speranzosi. Viene dal paese curdo di Adiyaman in Turchia. Ha da poco compiuto 18 anni e lavora come dipendente nel negozio con altri tre ragazzi turchi. Si alternano per coprire la giornata di lavoro (dalle 9 di mattina alle 2.30 di notte) e tutte le festività (il kebabbaro non chiude mai)
Lavora qui dall’inaugurazione del negozio avvenuta a dicembre 2015 circa 4 mesi, possiamo anche dire che ha iniziato 32.400 kebab fa (270 al giorno per 30 giorni ogni mese, per i 4 mesi di attività)
– Questo è il terzo anno che sono in Italia.
Prima ho lavorato a Trieste nel negozio di mio cugino, sempre kebab. Avevo 16 anni. Si lavorava tantissimo , anche tutta la notte fini alla mattina. Poi mio cugino si è stancato è tornato in Turchia e io sono venuto qui.
Adesso sono in regola e guadagno 1000 euro al mese.

La regola comprende che Abuzer lavori dalle 9 di mattino alle 8 di sera (1 ora pausa pranzo con kebab) con un giorno libero ogni 15 giorni.

– Pago 300 euro per un posto letto in una stanza con altri amici turchi e riesco a mandare qualcosa a casa alla mia famiglia genitori e sorelle.

Penso ai miei figli e gli chiedo:
– Ma tu che cosa speri che ti succeda in futuro..hai dei progetti? dei sogni?
– Boh, no! Non so … Ci penso tra due anni!

Abuzer ha deciso di pensare alle sue speranze e ai suoi sogni tra 194.400 kebab
(270 x 30 x 12 …vabbè)

Più o meno

Paolo Muran, 60 anni, è nato a Bologna nel quartiere Bolognina, dove vive. Regista, direttore della fotografia e produttore, insieme al gruppo Pierrot e la Rosa, ha prodotto e realizzato i documentari di Gianni Celati. Oltre a molti corti e documentari, gli ultimi importanti lavori sono “Il Cielo Capovolto” (2014), sull’ultimo scudetto del Bologna, prodotto dalla Cineteca di Bologna e “Man on the river-London to Istanbul” sul viaggio di Giacomo De Stefano lungo i fiumi dell’Europa (2015).