E questo è l’epilogo dei giorni di un festival di letteratura operaia. Dentro la Gkn.

Testo di Lorenza Pampaloni

Storie operaie in una domenica di primavera nella piana di Nord-Ovest

Si è appena spento il coro di “Occupiamola”, l’inno di “Insorgiamo”, mantra potente della lotta degli operai della GKN. L’intervento coinvolgente di Dario Salvetti, rsu e portavoce del Collettivo della fabbrica di Campi Bisenzio, dove dal 9 luglio2021 va avanti il presidio permanente degli operai, ha fatto alzare in piedi tutti i presenti, tantissimi i giovani. Domenica pomeriggio di inizio aprile, con la piana di nordovest che tra una fabbrica e l’altra comicia a tingersi di un verde tenero. Il capannone di via Fratelli Cervi 1 è strabordante, come lo è stato ininterrottamente da venerdì 31 marzo, ma la voglia di storie operaie, dentro a questo festival della letteratura della working class, non si placa. E sul palco salgono altri protagonisti a raccontare i loro vissuti. Vissuti, magari raccontati la sera al bar a fine turno davanti a un bicchiere di vino, che sono diventati presenze teatrali. Il gruppo bolognese Kepler 452, che fa teatro documentario, un giorno è arrivato a Campi Bisenzio e non se ne è più andato. E tra un applauso e l’altro ecco le storie vive di Dario, Felice, Francesco, Tiziana, che ora vengono portate in giro e tra breve saranno anche a un importante festival di Bruxelles. L’ “agguato” del 9 luglio, con le mail di licenziamento arrivate a tutti gli operai, la corsa immediata ai cancelli per occupare quella che è la loro “casa”, lo sgomento per la morte improvvisa di un compagno grande e grosso, colonna del settore manutenzione, e la senzazione che l’occupazione sia più terapeutica delle sedute dallo psicologo, la fabbrica come famiglia per chi ha perso troppo presto i genitori e l’amore per un lavoro che dà un senso alla vita, il rifiuto graduale del ruolo di “capa stronza” con il compito di eliminare a suon di contestazioni disciplinari i soggetti scomodi fino a smettere di fare queste “segnalazioni”, con conseguente demansionamento. Si rimarrebbe tutta la sera ad ascoltare queste storie di vita operaia

E’ un inno rivisitato della curva Fiesole

Occupiamola fino a che ce ne sarà, che fatica che ti chiedo, oggi devi scioperar.

E avanti insieme uniti a lottare tutta la settimana la passo lì con te,

e non c’è resa, non c’è rassegnazione, ma solo tanta rabbia che cresce dentro me. Occupiamola….