Il Caucaso è un uccello selvatico dalle piume lunghe e colorate, che tutti vorrebbero mettere nella loro gabbia dorata, ma che nessuno riesce ad acciuffare.

testo e foto di Marco Sadori
Parte integrante del Caucaso, collocata a metà strada tra Europa e Asia, la Georgia beve le influenze dell’Europa da una parte e di Russia, Armenia, Azerbaijan, Turchia dall’altra. Il contesto socio-culturale è quindi unico e gli elementi legati all’identità occidentale si incontrano con ciò che solitamente è parte di altre tradizioni culturali. Basta sedersi a un ristorante e lasciarsi ispirare da kinkali (ravioli ripieni di carne), kachapuri (focaccia farcita di formaggio),  jonjoli (antipasto di erbe sott’aceto), badrijai nigvzit (involtini di melanzane ripieni di salsa di noci): sono solo alcuni piatti di una tradizione gastronomica ricchissima.
All’interno di questo incontro di culture, presente in parte anche in altri Paesi dell’area caucasica, la Georgia riveste un ruolo unico per la sua capacità di muoversi tra tradizione e modernità e Tbilisi è un caso esemplare di questa spinta verso il nuovo: il “ponte della pace” di Michele De Lucchi è l’emblema del cambiamento.

La Georgia nella regione del Caucaso è il Paese che ha avuto la crescita più forte del turismo: nei primi sei mesi del 2017 l’aumento è stato di circa il 29%. E negli ultimi anni  la capitale georgiana ha visto il diffondersi di coffee-house,  ambienti creativi di co-working, servizi per i turisti diversificati e legati ai prodotti enogastronomici. Luoghi creativi e innovativi si alternano a negozi tradizionali e molti investitori stranieri si indirizzano qui, per trovare il contesto adatto per mettere a frutto le loro nuove idee.

Marco Sadori è nato nel 1979 nel verde Abruzzo.  Ha scoperto la fotografia a 12 anni con le lezioni di Romolo Bosi in camera oscura.  A diciotto anni ha iniziato a viaggiare da solo, soprattutto via terra. La Cina è stata un’esperienza entusiasmante che presto vuole ripetere. Negli ultimi anni ha esplorato la zona del Caucaso.