Erin Doom, 29 anni, ha sconvolto il mondo dell’editoria. A PordenoneLegge la nuova scrittura, il nuovo modo di ‘fare’ libri e la nostra inviata, boomer come tutti noi, non poteva che rimanerne affascinata. Una nuova terra inespolorata. ‘Il fabbricante di lacrime’ e il suo mezzo milione di copie.

Preparazione all’imbarazzo di salire su un palco

Testo e foto di di Valeria Cipolat

Questa ragazza solare classe ’94 è un’esordiente che da sola ha sconvolto le regole dell’editoria. E’ il “Fenomeno letterario del 2022”, come l’hanno definita in tanti. Perché da sola è riuscita a vendere 500.000 copie del suo primo libro (Il Fabbricante di Lacrime), 200.000 nel suo secondo intento (Nel modo in cui cade la neve) e quest’anno presenta a Pordenonelegge il suo terzo libro (Stigma). E guardando la fila del firmacopie a fine incontro, non penso che le vendite della sua ultima fatica andranno poi così male.

Bisogna approfittarne di queste “rarità”, perché in genere Erin/Matilde non ama gli incontri con il pubblico. Ma non per arroganza, come capita spesso in questo ambiente, dove gli autori lo fanno per creare l’aurea di mistero intorno a sé: Erin/Matilde è solo molto, molto timida. Di una timidezza che spiazza. Durante l’intervista ha confessato che nelle due ore antecedenti la puntata di “Che Tempo Che Fa” dello scorso maggio – dove ha fatto la sua prima apparizione rivelandosi al pubblico dopo mesi di anonimato – aveva avuto cinque attacchi di panico. E’ bastato osservarle le mani, quando rispondeva alle  domande del suo interlocutore, Enrico Galiano, autore lui stesso, che con i ragazzi sa come parlare. Mani torturate, arricciate, alle quali Erin/Matilde faceva fare giri e movimenti infiniti per cercare di spiegare un concetto.

Arrivando all’ultimo momento al Parco Galvani – al tendone allestito accanto al PAFF (International Museum of Comic Art), già da lontano avevo visto la fila di quelli che purtroppo non riuscivano a sedersi in platea. Io, da privilegiata collaboratrice di Erodoto108, ho la prenotazione: posto assicurato. Individuo l’entrata e mi ci fiondo guardandomi attorno. Ed è lì che la vedo. Una giovane ragazza dai capelli lunghi, che d’intellettuale – per fortuna – aveva ben poco. Non meraviglia che tante giovani si siano riconosciute in lei. Jeans attillati e un top bianco-nero, si stava probabilmente accordando con il suo intervistatore, prima dell’evento. Scatto una foto e proseguo verso l’interno della tendone.

All’entrata l’angelo (si chiamano ANGELI le giovani volontarie e volontari di pnlegge, veri protagonisti in tutto quel che riguarda la logistica di questo evento, arrivato ormai alla sua XXV edizione)  mi indica il mio posto assegnato «Vicino alla ragazza vestita di nero». Ringrazio e raggiungo la posizione. La ragazza vestita di nero avrà circa venticinque  anni, piercing e braccia completamente tatuate con Harry Potter a sinistra e “Anime” a destra. Disegni che rivelano un po’ la sua, di anima. Quella più dark.

«Belli!» le dico ammirata dopo essermi seduta «Fatti qui in zona?» Lei è di Trieste. Li ha fatti là. Capisco che è una superfan di Erin/Matilde. Le chiedo se scrive anche lei. «Più che altro poesie» mi confessa timida. «ma non ho ancora pubblicato niente». E’ rapita come tutti quando Erin/Matilde fa la sua entrata. «Brava, intelligente e pure bellissima! » dice adorante, applaudendo l’entrata della sua eroina «non ha un difetto manco a cercarlo». Sorrido a quei complimenti meritati e come lei, continuo a batter le mani.

La timidezza di Erin

Galiano intanto cerca di metterla a suo agio, svelando doti di attore consumato. Fa battute sui numeri delle vendite dei suoi libri, confrontandoli con quelli di Erin/Matilde e giura di non essere “per niente invidioso”, mentre un ghigno studiato si dipinge sul suo viso, provocando l’ilarità dei presenti. Com’è stato passare “da zero a cento”? Le chiede qualcuno incuriosito. Mi viene in mente l’intervista dove lei svela che all’ultimo Salone del Libro di Torino, non era neanche riuscita a entrare all’evento dove si parlava di lei. «Tutto esaurito» le aveva detto il buttafuori e lei non aveva insistito, con il classico “lei-non-sa-chi-sono-io”; aveva semplicemente detto «Ah, va bene» e se n’era andata.

Mi guardo in giro, genitori e figli insieme in questa sala. Le bimbe soprattutto la osservano rapite, non possono crederci che Erin/Matilde sia proprio qui, a pochi metri da loro. Poi una prende coraggio e le fa una domanda, matura intelligente. «I libri della Saga di Harry Potter sono stati quelli che mi hanno segnato la vita» le risponde.

Nei suoi libri Erin/Matilde ha toccato il cuore di questa generazione in bilico tra l’infanzia e l’età adulta. Ha saputo parlare loro con sincerità attraverso i mezzi che usano loro stessi: Tik Tok e Wattpad, di cui io, da brava Boomer, non avevo neanche mai sentito parlare. Ha saputo cosa dir loro, trovando le parole giuste, accompagnarli nelle loro fragilità, nelle loro paure, perché erano le stesse che provava anche lei, in questo mondo malato che sta andando alla deriva.

La fila per il ‘firmacopie’ di Erin

La mia vicina di posto, ascolta sognante; anticipa addirittura le sue risposte. Quando le chiedono dove si colloca il genere dei suoi libri: «tra Fantasy e Dark» sussurra lei, prima dell’autrice. Poi prende il microfono, si chiama Hellen e le chiede che ne pensa dei corsi di scrittura creativa, se ne avesse mai fatti e se consiglia di farli. Erin/Matilde risponde di no, ma non esclude di farne in futuro. «In fondo» dice «non si finisce mai d’imparare».

Erin/Matilde è forse la risposta giusta all’insensatezza delle proposte di legge degli adulti che vogliono castigare i ragazzi dai 14 anni ai 18 anni, per cercare di arginare le ondate di violenza che sembrano ormai all’ordine del giorno. Ma questi adulti, questi “legislatori” forse dimenticano che la Convenzione sui diritti dell’Infanzia (firmata e rattificata anche dall’Italia) considera bambini tutti coloro che non hanno ancora compiuto i 18 anni.

L’incontro sta finendo, si sentono dei rumori di sedie, Hellen si alza veloce, non vuol perdersi il posto migliore al firmacopie. La vedo scappare fuori.

Mi allontano anch’io dalla parte opposta, poi mi fermo a guardare da lontano questo fiume di persone: aspettano tutti impazienti d’incontrare la loro amica, confidente, sorella maggiore.

Io credo che Erin/Matilde, insieme a tutti loro, a quei giovani che stanno cercando di cambiare il mondo, rappresenti La nostra Meglio Gioventù. E guardandoli da lontano io ci riesco, a immaginare con loro un Futuro migliore.