Testo e foto di Andrea Fucà
Anche Torino nel lockdown si è trasformata radicalmente. Ma non è una città desolata o abbandonata. Piuttosto una città (ri)vissuta dai suoi cittadini in un alone di calma e lentezza che sembra di un’altro tempo.
É questa l’immagine che San Salvario, quartiere multiculturale ed eccentrico nel cuore della città, mi restituisce in questi giorni, quella di una trasformazione degli spazi e dei tempi che sa anche di riappropiazione.
Così una strada diventa lo spazio perfetto per una partita di tennis,
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il dehor di un pub un luogo per fumare una sigaretta leggendo il giornale,
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il davanzale della finestra di casa la scrivania di un bambino per disegnare e colorare,
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Ai bordi delle strade le macchine parcheggiate cedono la carreggiata alle biciclette. Tutto è strano ma si respira anche aria di normalità. I mercati continuano a funzionare anche se da meri luoghi di acquisto sono stati promossi a luoghi di una rinnovata socialità tra sconosciuti.
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La Torino dell’emergenza è anche una Torino che allontana (per necessità, non per virtù sia chiaro) la frenesia e lascia il posto a tempi più rilassati e naturali. Oggi sono i giorni della ripartenza. Potrebbe capitare, nei prossimi mesi di averne una sorta di nostalgia.